Ecco l'estate: il cavolfiore
Il cavolfiore è una tra le piante crucifere più coltivate in Italia, diffusa soprattutto nelle regioni centro-meridionali e per la precisione in Campania, Marche, Toscana, Lazio, Puglia e Sicilia.
Originario del Medio Oriente, il cavolfiore da quell’area fu portato in Italia e già al tempo dei Romani era consumato e apprezzato.
In epoca moderna un grande impulso alla diffusione di questo vegetale venne dalla corte di Francia, ai tempi di Luigi XIV.
Esistono diverse tipologie locali, oggi affiancate da varietà selezionate e una variante molto interessante per l’aspetto che per le caratteristiche è il cavolo romanesco.
In Italia i cavolfiori si coltivano in Campania, Marche, Puglia, Lazio, Toscana, Lombardia, Piemonte e Veneto.
Il cavolfiore è utilizzato sia allo stato fresco che surgelato, disidratato e sottaceto e predilige le zone a clima fresco e umido.
Il fattore climatico importante è la temperatura, durante la fase di transizione da vegetativa a riproduttiva che prima e dopo di essa.
Per i cavolfiori precoci la temperatura ottimale per la formazione dei corimbi è di circa 17°C, ma con temperature superiori a 20°C il passaggio alla fase riproduttiva è ritardato e la qualità dei corimbi diviene scadente.
Anche le basse temperature possono danneggiare la pianta secondo i vari stadi in cui si trova.
Se la pianta ha formato 6-8 foglioline ed è sottoposta a temperatura bassa si possono avere piante senza infiorescenza, poi il gelo provoca la lessatura dei grumi che formano la parte edule.
L’evapotraspirazione è elevata anche per la superficie traspirante dell’apparato fogliare, mentre la coltivazione si fa in diversi periodi dell’anno, secondo la località e dei semi impiegati.
I cavolfiori si distinguono in base alla necessità o meno di freddo per la formazione del corimbo, poiché alcune specie non richiedono il freddo per la formazione della parte edule, ma questo è necessario per formare l’infiorescenza vera e propria, mentre richiedono il freddo per la formazione della parte edule che per l’infiorescenza.
In commercio sono disponibili anche delle varietà ottenute da vecchie popolazioni locali, altre per libera impollinazione e ibridi F1, ma la rusticità del cavolfiore gli permette di crescere anche in mezzo ai prati, giacché basta una lavorazione superficiale del terreno.