Dolci di Pasqua: Zambela romagnola
Dolce simbolo della Pasqua in Emila Romagna, la ciambella o zambela è un dolce rustico, tipico della cucina contadina di quei luoghi, la cui base è stata da sempre realizzata con farina, burro, latte e strutto, presenti nella dispensa delle cascine romagnole.
Conosciuta anche con il nome di brazadela nel dialetto di origine, è spesso consumata per colazioni e merende ma è servita anche dopo i pasti, sempre accompagnata da tipici vini romagnoli come la Cagnina di Romagna, vino rosso dolce, oppure con l’Albana dolce e il passito.
Generalmente di forma ovale, la ciambella è croccante all’esterno e morbida e asciutta all’interno, ma difficilmente si può risalire a una ricetta originale poiché il dolce veniva preparato in modo differente da famiglia a famiglia.
Ingredienti
500 grammi di farina - 220 grammi di zucchero semolato - una bustina di lievito - 3 uova - la scorza di un limone - 100 grammi di strutto - granella di zucchero - poco latte.
Preparazione
In una ciotola montate con una frusta lo zucchero con le uova, poi aggiungetevi la scorza grattugiata di un limone.
Aggiungete al composto la farina, il lievito setacciati e un pizzico di sale, poi amalgamate bene il tutto e incorporatevi lo strutto.
Continuate a impastare, poi trasferite l’impasto su un tagliere o un piano di lavoro e lavoratelo con le mani fino a ottenere un composto omogeneo, che deve avere una consistenza abbastanza appiccicosa, se necessario potete aggiungervi un goccio di latte.
Sempre con le mani date all’impasto la forma di un filoncino e trasferitelo su di una teglia rivestita di carta forno, poi schiacciatelo con il palmo della mano per ottenere la forma caratteristica della zambela.
Con un pennello intriso nel latte spennellate tutta la superficie della ciambella e cospargetela con abbondante granella di zucchero.
Infornate il dolce e cuocetelo in un forno già caldo a 180 gradi per circa 30/35 minuti.
Controllate la cottura con uno stecchino quando la superficie sarà diventata di un bel colore dorato. poi sfornate e lasciatelo intiepidire, infine servitelo per la colazione o come dolce di chiusura del pranzo di Pasqua.