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Miccone pavese

miccone-pavese“Muciu, pasam al micon”, ecco che cosa mi diceva sempre mio nonno quando eravamo seduti insieme a tavola. Eh sì, mio nonno aveva buon gusto! Anche in fatto di pane.

Ma che cos’è in realtà il miccone? E’ un pane bianco molto diffuso nella nostra bassa padana, in particolare nell’Oltrepò, grossomodo nella zona di Stradella dove, da pane tipico locale, si è rapidamente diffuso in quasi tutta la provincia. Di grossa pezzatura, dalla crosta spessa, ma croccante e dalla mollica abbondante, ma morbida.

Essenziali gli ingredienti: per fare il miccone di Stradella (o miccone pavese) servono farina di grano tenero, acqua, lievito naturale e sale. Ma come in ogni ricetta c’è, anche in questo caso, la nota caratteristica: il “trucchetto magico” sta infatti nell’utilizzo del lievito naturale e nella sua lavorazione molto lunga. L’impasto, dopo essere stato lavorato, viene lasciato lievitare per poi essere ripreso nuovamente fino a che non si giungerà all’ottenimento di una pasta molto morbida. Solo allora potranno essere ricavate delle forme tondeggianti che verranno incise trasversalmente nella loro parte superiore. E solo allora saranno pronte per lievitare ancora per diverse ore, fino a quando non verranno cotte all’interno di un forno ben caldo.

Probabilmente, in principio, era perlopiù associato ad un uso contadino, quando il pane si faceva il sabato e ti doveva durare per tutta la settimana. Quando si lavorava da mattina a sera nei campi, uomini e donne con la schiena piegata e le mani nella terra. E non c’era tempo o forse semplicemente non c’erano soldi per comprare il pane fresco tutti i giorni.

Oggi come oggi i tempi sono cambiati, ciononostante questa tipologia di pane è apprezzata anche per la facilità con cui si conserva, c’è chi sostiene addirittura cal sia pu sè bon quand al vegna veg(n.r. che sia piu' buono quando diventa vecchio). Certo, ogni cosa nei dovuti modi, ma pare proprio che esso acquisti bontà se consumato dopo un paio di giorni.

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