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Villa Necchi di Pavia potrebbe essere un Luogo del Cuore Fai

  • Paola Montonati

villa necchi fai 1Il Collegio Universitario Santa Caterina di Pavia ha proposto Villa Necchi come uno dei nuovi Luoghi del Cuore del FAI - Fondo Ambiente Italiano.

Villa Necchi si trova a Pavia in Via San Martino, accanto alla struttura del Collegio e la Fondazione del Collegio Santa Caterina ha deciso di restaurare l’edificio con un progetto per destinare gli ambienti all’ospitalità di studentesse universitarie e a un centro di attività culturali legate alla comunità accademica dell’Università di Pavia e alla cittadinanza.

La Villa fu costruita alla fine dell’Ottocento da Ambrogio Necchi, che la donò al figlio Vittorio, colui che fece conoscere Pavia in tutto il mondo con le sue macchine per cucire.

Le prime notizie storiche che riguardano la famiglia Necchi risalgono al 1835, quando un‘azienda artigiana di ferramenta, con 150 operai e una fonderia di ghisa comune, s’insediò in uno stabilimento nell’attuale Corso Cairoli.

Col passar degli anni l’azienda venne ampliata da Giuseppe Necchi e dal figlio Ambrogio, tanto che nel 1860 già occupava un posto di primo piano nella lavorazione della ghisa delle macchine agricole. 

La proprietà Necchi di Corso Cairoli si estendeva fino alla vicina via San Martino, dove alla fine dell’Ottocento la famiglia vi fece erigere villa Necchi, esempio di mirabile architettura in stile Liberty.                    

Ma la svolta per l’azienda avvenne nel 1904, quando Ambrogio fece costruire un altro stabilimento in via Abbiategrasso, dedicato alla produzione di radiatori per termosifoni e nel 1907 venne costituita la Società Anonima Fonderie Ambrogio Necchi.

Quando Ambrogio mori a soli 56 anni nel 1916, l’azienda passò nelle mani del figlio Vittorio che si staccò dalla famiglia per fondare una fabbrica per la costruzione di macchine per cucire, mentre la fonderia venne affidata al genero Angelo Campiglio e diventò la NE-CA, che continuò la produzione di vasche da bagno in ghisa smaltata e radiatori. 

Contro lo scetticismo dei suoi famigliari, Vittorio non solo conquistò il mercato italiano ma anche quello mondiale, tanto che il 27 ottobre 1935 ricevette il titolo di Cavaliere del Lavoro grazie ai meriti acquisiti nell'industria meccanica.

Ma il riconoscimento che più apprezzò fu il conferimento dall’Università di Pavia e del Rettore Plinio Fraccaro di una Laurea in Fisica honoris causa nel 1955, mentre la città di Pavia nel 1962 lo dichiarò “Cittadino benemerito, fondatore della grande azienda che porta il suo nome, nota e apprezzata in tutto il mondo, per aver contribuito in modo determinante allo sviluppo economico e al progresso della Città”.

Ormai ricco e famoso a livello mondiale, Vittorio Necchi rimase un uomo molto chiuso e riservato, si racconta che si portasse il pranzo da casa in un cestino per rimanere vicino ai suoi operai in ogni momento della giornata.

Quando verso il 1972 cominciarono a manifestarsi i primi sintomi dell’artrosi, aggravata dal sovrappeso, con complicanze flebitiche e diabetiche, Vittorio venne ricoverato presso la clinica San Raffaele di Milano, dove mori il 17 novembre 1975. 

La villa fu abitata dalla famiglia Necchi fino al 1920, per poi essere ceduta all’Operazione nazionale balilla e con la fine del fascismo al comitato italiano Protezione della giovane, che vi ospitò il Collegio Marianum.

Il Santa Caterina nacque, su iniziativa di Papa Paolo VI, nel parco della villa nel 1973 e ora si sta impegnando per riportare la villa all’antico splendore.

Una delle idee del percorso è la candidatura della struttura per i Luoghi del Cuore Fai, il censimento nazionale realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo del patrimonio italiano da non dimenticare e da rivalutare, che dal 2003 ha permesso di valorizzare ben 92 luoghi d'arte e natura in 17 regioni italiane.

Fino al 30 novembre si potrà votare il complesso sul sito fondoambiente.it cercando Villa Necchi. 

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