Il documentario su Giovanni Parisi vince il premio come Miglior Docu Legends of Boxing
Giovedì 7 aprile, il documentario Flash: la storia di Giovanni Parisi si è aggiudicato il premio Miglior Docu Legends of Boxing durante il V Premio Giuliano Gemma & FPI Awards 2021, con la Dottoressa Baba Richerme, Giuliana Gemma e Vera Gemma che hanno conferito il prestigioso riconoscimento.
La cerimonia si è tenuta all’interno del Salone d'Onore del CONI, ed il premio è stato dato congiuntamente dal Presidente della Federazione Pugilistica Italiana Flavio D'Ambrosi e dal Presidente CONI Giovanni Malagò al regista Marco Rosson con la motivazione “Per un'opera di straordinario valore culturale, umano e sportivo, in cui l'impegno, la passione, il sacrificio ed il senso profondo della rivincita del leggendario Campione di Voghera, da tutti amato, vengono narrati con grande sensibilità e capacità di veicolare, in modo diretto ed efficace, i principi di vita”.
In tutta la boxe italiana e lo sport italiano, la vita del pugile Giovanni Parisi, ex oro olimpico e pluricampione mondiale WBO, soprannominato dai suoi tifosi e ammiratori Flash, è diventata leggendaria.
Attraverso il racconto delle persone vicine a Giovanni e con le immagini di repertorio, lo spettatore è accompagnato nella storia di un uomo che ha dedicato la sua breve vita alla nobile arte del pugilato.
Combattendo a lungo contro le molte avversità presentatisi dalla vita, Parisi divenne una leggenda e smentendo quello che a prima vista sembrava un destino già scritto.
La vita di Giovanni Parisi
Giovanni Parisi nacque a Vibo Valentia il 2 dicembre 1967 e dovette ben presto trasferirsi, con la mamma Carmela e le sorelline, a Voghera , a pochi passi dall’Oltrepò Pavese.
Iniziò a frequentare la parrocchia e l’oratorio, ma ben presto fu attratto dal mondo del pugilato e, come atleta semi sconosciuto, domenica 2 ottobre 1988 arrivò alle finali di boxe nelle Olimpiadi di Seul.
Giovanni alle 9 di mattina salì sul ring della finale dei pesi Piuma e, dopo un minuto e 41 secondi, mandò al tappeto il rumeno Daniel Dumitrescu, vinse l’oro olimpico ed il suo soprannome per tutti fu Flash.
A Vibo Valentia, nel complesso ex Cgr, ci fu il suo esordio tra i professionisti, nella categoria Leggeri e in diretta televisiva su Raiuno, il 16 febbraio 1989, con come avversario Kenny Brown e, dopo appena tre round, un gancio sinistro di Parisi mandò al tappeto l’americano.
Da quella sera Parisi non si fermò più, inoltre si sposò con Silvia Hrubinova, una modella slovacca che gli diede tre figli, Giovanni Carlos, Angel Sofia e Isabel Carmela.
Parisi divenne per la prima volta campione mondiale dei leggeri battendo Altamirano a Voghera il 25 settembre 1992, poi rinunciò alla corona iridata per passare ai superleggeri e tentare l’avventura in America.
L’8 aprile 1995 sfidò Chavez a Las Vegas per la corona Wbc, ma perse ai punti.
Parisi tornò in Italia e nel 1996 conquistò la corona mondiale Wbo battendo Sammy Fuentes al Palalido di Milano.
Nel 1997 tornò a combattere nella sua città natale, in un match con il britannico Nigel Wenton, che si tenne il 4 ottobre nella frazione di Ottocanali, dove fu allestito un Palatenda.
Flash non deluse le aspettative e davanti ad un pubblico in visibilio batté agevolmente per ko all’ottavo round anche Wenton, ma nel 1998 fu sconfitto da Carlos “Bolillo” Gonzales a Pesaro.
Due anni più tardi tentò la conquista della corona mondiale nei welter ma perse contro il detentore, il portoricano Daniel Santos.
Il grande pugile chiuse la carriera nell’ottobre 2006 dopo una sconfitta ai punti inflittagli dal francese Frederic Klose e dedicando al figlio Giovanni Carlos una lettera sulla prima pagina della Gazzetta dello Sport.
Giovanni Parisi morì il 25 marzo 2009 a soli 41 anni in un incidente stradale avvenuto sulla tangenziale di Voghera quando la sua auto, una BMW M6, si scontrò con un furgone.
Dopo la sua scomparsa, gli fu intitolato lo stadio di Voghera e il 7 maggio 2016 venne inaugurato, nello spazio comunale della Voghera Boxe, un monumento a lui dedicato, progettato e realizzato dallo scultore pavese Antonio De Paoli.