Merck da gennaio le prime riduzioni di produzione e di personale
Nel 2001 Raymond Gilmartin, il presidente della Merck Sharp and Domine aveva detto in un’intervista “L’Italia è tra i mercati europei più importante e una presenza diretta è quindi opportuna e necessaria. La nostra è stata una storia di successo, qui: abbiamo investito molto e continueremo a investire” e in quello stesso anno l’azienda farmaceutica aveva raddoppiato la produzione del 30 per cento e la sua occupazione era arrivava da 285 a ben 385 unità.
Adesso dopo dodici anni le ultime assemblee che si sono tenute tra i 270 lavoratori dello stabilimento Merck a Pavia hanno confermato che dall’inizio di gennaio la produzione sarà ridotta da 2,3 miliardi di compresse a solo 1,3 miliardi per la fine di settembre 2014, mentre circa 120 dipendenti saranno lasciati senza lavoro.
I primi 70 operai se ne andranno tra gennaio e giugno, poi verso settembre altri 50 lasceranno per sempre la loro azienda.
Dei dipendenti il 40 per cento proveniente del settore della produzione e confezionamento farmaci, mentre gli altri 72 lavorano presso gli altri settori.
Tutta la mobilitazione politica che sembrava avrebbe potuto opporsi a questa lenta, ma inesorabile parabola discendente, non ha avuto nessun esito positivo. E’ l’amaro epilogo di una lunga lotta cominciata a giugno di quest’anno e terminata con un niente di fatto alla fine di settembre, fomentante vi siano alcune aziende interessate all’acquisto della sede pavese della Merck.
“Non abbiamo nessuna certezza e da gennaio inizieranno a lasciarci a casa” ha detto una addetta al reparto confezioni, Cristina Sandro “E’una morte lenta, l’eutanasia dello stabilimento” .