La stampante 3D da Pavia alla Sicilia
Negli ultimi tempi l’Università di Pavia si è concentrata sullo studio del mondo della stampa in 3D, che permette di ricostruire tridimensionalmente ogni parte del corpo, come una mandibola, oltre a viti, valvole e ogni oggetto utile.
Il Dipartimento di Ingegneria Civile, tramite il professor Ferdinando Auricchio, ha stipulato un accordo di collaborazione con il Distretto Produttivo Meccatronica e il Consorzio Sustainable Island della Sicilia “L’accordo è una manifestazione d’interesse reciproco nel cercare sperimentazioni sia in ambito meccanico classico, sia medico” dice Auricchio “Insieme troveremo ospedali o aziende interessati a investire su quest’alta tecnologia, parteciperemo a bandi e richiederemo finanziamenti pubblici”.
Infatti, i responsabili del consorzio sono rimasti molto impressionati dagli sviluppi di Pavia, che è riuscita a dimostrare come la stampa in 3D sia uno strumento con grandi potenzialità, poiché permette di creare oggetti di forma complessa non lasciando materiale di scarto ed ha anche una grande flessibilità e adattabilità a piccole produzioni.
Ma Auricchio, fa notare che purtroppo al momento la stampa in 3D non è competitiva sulle grandi produzioni di massa “Con le tecniche normali per realizzare i vari oggetti ci vuole un processo industriale. La stampante 3d, invece, permette di creare un paio di prototipi per capire se le guarnizioni funzionano, ma a quel punto si ritorna alle modalità tradizionali”.
Recentemente grazie alla stampa in 3D il dottor Marco Benazzo, direttore della clinica di Otorinolaringoiatria di Pavia, ha compiuto il primo intervento dopo che l’Università ha lavorato sulla ricostruzione tridimensionale di una mandibola di un paziente che doveva essere operato per un tumore “Noi abbiamo riprodotto la zona che doveva essere rimossa e poi gli abbiamo dato l’oggetto sul quale lui ha plasmato la protesi che in seguito è andata a impiantare”.
Ma il campo medico non è il solo di cui si occupa la stampa in 3D, però è uno dei più importanti e proprio quello che ha interessato il Consorzio Sustainable Island al momento dell’accordo “Le possibilità di tale tecnologia sono molte e con la recente collaborazione non solo noi porteremo i nostri risultati in Sicilia, ma anche riusciremo, grazie ad un maggiore appoggio, a sviluppare le nostre attività” dice Auricchio.