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L’arte del cunto, un omaggio ad Andrea Camilleri

  • Paola Montonati

camilleri cunto 1Se n’è andato stanotte, a 93 anni, Andrea Camilleri, lo scrittore che, dagli anni Ottanta in poi, ha raccontato il mondo di una Sicilia che non c’è più, con le storie della cittadina di Vigàta e del commissario Montalbano, noto per la serie televisiva con Luca Zingaretti.

Ma forse non tutti sanno che Camilleri, oltre a scrivere romanzi e racconti, era anche un esperto dell’arte del cunto, il racconto secondo i siciliani.

Il primo a raccontare del mondo del cunto fu Gianbattista Basile, nobile napoletano che, nel Seicento Barocco, scrisse Il racconto dei racconti, prima grande raccolta di favole che, nella loro tradizione semplice e antica al tempo stesso, condussero il pubblico dell’epoca verso un mondo ricco di fate, principesse, draghi e magie, che avrebbe poi in seguito ispirato anche le grandi favoliste della corte del Re Sole.

Ma per la Sicilia, prima di Camilleri, il nome del cunto è legato a Giuseppe Pitrè e alla novellatrice Agatuzza Messia, che alla fine dell’Ottocento diedero una svolta decisiva al mondo del cunto siculo e non solo.

Colto e raffinato, Pitrè dedicò tutta la sua vita a cercare il folclore della sua terra e, grazie ai racconti della Messia, diede alle stampe nel 1875 una monumentale raccolta di fiabe e leggende siciliane, che furono una pietra miliare nel genere.

Racconti che, nel secondo Novecento, avrebbero ispirato anche Italo Calvino, che tradusse e rilesse gran parte delle favole della Messia nelle sue Fiabe Italiane.

Negli ultimi anni della sua vita Camilleri ha ripreso quest’antica tradizione, con Conversazione su Tiresia, viaggio e cunto sulla leggenda del grande veggente greco.

Adesso Andrea sarà su una nuvoletta, per raccontare agli angeli le storie di una Sicilia ricca di mistero e magia, dai Saraceni fino ai nostri giorni.

Fai buon viaggio, maestro!

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