Emanuele Colosetti e l’arte dell’organaro
Oggi abbiamo incontrato un ragazzo di vent’anni, con una passione davvero singolare, quella per gli organi a canne.
Emanuele l’organo non solo lo suona, ma vuole imparare a restaurarlo, accordarlo, costruirlo.
Ci ha raccontato come è nata questa passione, quali sono i suoi sogni e cosa fa e farà per realizzarli.
L’organo a canne, una passione che il ventenne lomellino Emanuele Colosetti si porta dietro sin da bambino.
“Tutto è nato da un vecchio disco in vinile che mio zio mi faceva ascoltare quando da piccino lo andavo a trovare, e da lì la curiosità diventa passatempo, il passatempo si trasforma in passione, e ora la passione si matura in professione”.
Dopo essersi diplomato al Liceo Scientifico Tecnologico A. Sobrero di Casale Monferrato, decide di intraprendere questa strada che lo porta a frequentare uno stage di formazione di quattro mesi e mezzo nella Fabbrica d’Organi Comm. Giovanni Tamburini di Crema, una delle più rinomate ditte organarie d’Italia, in attesa di cominciare la Scuola d’Arte Organaria che ha sede in Crema e che dal 1994 partorisce giovani talenti che ora operano in tutta Italia e perfino all’estero.
“In questi mesi di stage ho potuto confrontarmi sulla realtà del mondo del lavoro, di cosa voglia dire vivere lontano da casa, ho potuto imparare alcuni trucchi del mestiere, dalla falegnameria all’intonazione delle canne, ma la strada è ancora lunga, e in questo mestiere quello che conta è l’esperienza, la pratica, la conoscenza dei vari metodi di costruzione di un organo a canne che variano in tutta Europa, parliamo della scuola Francese, Tedesca, quella dei Paesi Bassi, e molte altre cose che fanno unico tra tutti questo mestiere.”
Ma a molti può sembrare strano che un giovane voglia intraprendere la strada dell’artigianato, specialmente in questo settore.
“Ciò che mi porta avanti in questa strada giorno per giorno è la passione, senza di essa non si può esercitare una professione di questo tipo. In molti mi hanno chiesto come mai non abbia voluto continuare con l’università e gli studi musicali, e la risposta è sempre la stessa; bisogna seguire i propri sogni per costruirsi una vita e un futuro che possa portarti a grandi soddisfazioni, ad alzarsi la mattina presto e intraprendere la giornata con ottimismo sapendo che ciò che farai lo fai per amore di un’arte che ha del magico, del meraviglioso”.
L’Italia ha un patrimonio d’Arte Organaria?
“L’Italia ha un grandissimo patrimonio d’Arte Organaria che il mondo intero ci invidia, e che purtroppo non viene esaltato a causa di molti fattori, in primis la stragrande maggioranza degli strumenti a canne sono costruiti in chiese e in moltissimi casi lasciati a marcire fino al completo inutilizzo a causa dell’avvento degli organi elettrici, della liturgia guidata ormai dalle chitarre dei giovani, dei pochi soldi che molte parrocchie dispongono e che vogliono giustamente spendere per altre evenienze più urgenti, ma anche del triste menefreghismo che molti prelati provano per questo strumento meraviglioso.”
La domanda che ci poniamo allora è: come far risaltare il mondo dell’Organo a canne in Italia?
“A parer mio ciò che bisogna fare è sollecitare lo Stato a stanziare fondi che possano contribuire a realizzare i restauri degli organi che hanno grande valore storico e artistico per il nostro Paese nei casi in cui le parrocchie non riescano economicamente, come succede già in Francia da molto tempo, dove lo Stato contribuisce con finanziamenti ad hoc. La CEI al massimo concede dei piccoli contributi. Dobbiamo renderci conto che nelle nostre chiese abbiamo un patrimonio artistico di grande livello!”
W.A.Mozart definiva l’organo come “il Re degli Strumenti”, cosa ne pensa di questa affermazione?
“Il vecchio Mozart non si sbagliava ad affermare ciò, l’organo è lo strumento che per eccellenza racchiude in sé un impasto sonoro meraviglioso, e che allo stesso tempo unisce l’arte dell’organista all’ingegno e alla bravura dell’organaro, arte e tecnica che si fondono insieme per dare vita allo strumento che per eccellenza eleva l’animo umano alle cose del cielo.”