Dal balcone: un matrimonio di sabato mattina
Ieri, sabato mattina, stavo sul balcone, devo dire che ho un balcone in una posizione, a dir poco privilegiata, sta proprio in centro. A destra la chiesa e il campanile più alto della Lomellina, davanti il Castello San Giuliani, ristrutturato e ora sede della Biblioteca civica e scusate se è poco, a sinistra il giardino di quello che era il Palazzo del conte Massazza.
Beh, stavo lì a guardare il movimento del sabato mattina e sentivo le campane suonare a festa: si stava per celebrare un matrimonio.
Ma un matrimonio un po’ all’antica, non di quelli sveltini, pochi invitati, non sempre in ghingheri e qualche auto così così, no proprio una cosa seria.
Mi sono incuriosita e lasciando da parte il mio programma del sabato mattina, tutte faccende rimandabilissime, sono rimasta lì a guardare, in realtà, spiavo.
Prima è arrivata la fiorista con il suo furgoncino carico di cestini bianchi e rosa, parecchie piante verdi, contenitori con coni di riso, uno scatolone di fiocchi bianchi, un gran correre, forse era in ritardo, anzi sicuramente era in ritardo.
Poi a poco a poco si sono visti i primi invitati, un po’ ingessati, ma molto, molto eleganti. Le signore con cappellino, stola, tacchi 12. Gli uomini quasi tutti in abito scuro, scarpette nere lucide, cravatta naturalmente, chissà che caldo, poverini, però facevano la loro figura.
Poi qualche bambina, in pizzo bianco e coroncina di fiori. E poi una signora, ma così, così “donzelletta che vien dalla campagna” che diversamente non si può dire: abito grigio perla, giacca lunga rosa, cappello rosa con fiori, borsa rosa e mazzo di fiori, ma chi era?
Ed erano tutti allegri, affaccendati a legare agli specchietti delle loro auto il fiocco bianco che un incaricato distribuiva ordinatamente ai guidatori. E poi sono arrivate, per quanto potevo capire, le amiche della sposa, mini vertiginosi e tacchi improponibili, come camminare…?.per fortuna i loro cavalieri le hanno “scaricate” praticamente davanti al sagrato.
E poi tutto si è fermato, è arrivata Lei, la sposa, un grosso suv nero, un padre commosso, un abito bianco, lungo strascico, un caloroso applauso, qualcuno l’aiuta a ricomporsi prima di entrare, aggiusta il velo, un capello fuori posto, ma bisogna andare, l’organo ha intonato la marcia nuziale, lo sposo attende sull’altare.
Non ho idea di chi fossero gli sposi, ma mi è piaciuto, sembrava il finale di una favola, per un po’ mi sono sentita parte dell’evento, sempre dal mio balcone naturalmente.
Auguri!