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Caso Merck: intervista a Iolanda Nanni

  • Paola Montonati

iolanda nanniVerso la fine del 2014 la Merck Sharp & Dohme, una delle aziende farmaceutiche più importanti d’Europa, chiuderà la sua sede di Pavia, lasciando disoccupati circa 400 operai che vi lavorano da anni, circa 270 dipendenti diretti e oltre un centinaio di lavoratori dell’indotto.
Fin da subito le istituzioni pavesi, guidate dal sindaco Alessandro Cattaneo, si sono battute per far si che lo stabilimento rimanga aperto, come dimostra la sessione del Consiglio Comunale tenutasi nell’aula Ghislieri dell’Università di Pavia il 10 giugno, in cui tutti i consiglieri comunali hanno votato all’unanimità un documento che si oppone alla chiusura dell’impianto e alla conseguente dismissione dei suoi dipendenti.
Anche il vescovo di Pavia, Giovanni Giudici, ha fatto sentire la sua voce tramite un messaggio in cui chiede di rispettare il lavoro, simbolo di vita e dignità.

Abbiamo rivolto alcune domande alla consigliera regionale Iolanda Nanni, del movimento Cinque Stelle, che ha partecipato all’incontro con il Ministro dello Sviluppo Economico alla fine di giugno.

1) Cosa ne pensa personalmente del caso Merck?

“Sul caso dello stabilimento MSD di Pavia ho espresso sin da subito il pensiero del M5S al Consiglio Comunale aperto tenutosi a Pavia il 10 giugno 2013, protocollando in data 10 giugno 2013 una mozione in Regione Lombardia contenente la richiesta di apertura immediata di un Tavolo Regionale e Ministeriale.
Il primo incontro in Regione, alla presenza dell’Assessore Regionale alle Attività Produttive, si è tenuto in data 17 giugno 2013 e in quella sede insieme al Sindaco di Pavia e agli altri rappresentanti istituzionali pavesi, si era condiviso di operare per convincere MSD a revocare la propria decisione di chiudere lo stabilimento.
Decisione francamente inaccettabile, tenuto conto della specificità di questo caso in quanto non si tratta di un'azienda fallimentare, visto che MSD detiene il 5% del mercato farmaceutico italiano, valore non trascurabile, e considerato che la multinazionale è collocata ai primi posti del mercato nazionale, con un fatturato di circa 800MIL euro e, fino a qualche anno fa, con 1700 dipendenti, di cui un quarto di essi nel settore produttivo. Inoltre, lo stabilimento di Pavia produce, con monopolio mondiale, un farmaco anti-diabetico innovativo (Januvia) che viene esportato in ben 90 Paesi al mondo.
Senza contare, come richiamato dalla dirigenza italiana MSD, che nello stabilimento lavora personale altamente qualificato ed è uno stabilimento definito dalla stessa dirigenza "un gioiello" dal punto di vista tecnologico e dell’innovazione in ambito farmaceutico.”

2) E' già stata fissata una data precisa, un programma, una base d'intesa per l'incontro con i vertici americani?

“Reputiamo molto grave l’assenza dei vertici americani al Tavolo delle trattative e riteniamo che il Governo debba avere l’autorevolezza per far sì che ciò avvenga e che ci sia sottoposto il business plan e i dati che avevamo richiesto. Inoltre, lamentiamo la scarsa incisività al Tavolo da parte del Ministero della Salute che potrebbe giocare un ruolo fondamentale per il buon esito delle trattative e per la stipula di un accordo con MSD affinché sia lasciata in loco la produzione di Januvia con un’eventuale accordo di accesso al network distributivo e commerciale Merck, sarebbe auspicabile.”

3) Chi potrebbe rilanciare la Merck sul mercato di Pavia?

“Ci si aspetta ora un impegno dal Governo, dal Ministero della Salute e dalle Attività Produttive che traducano in azioni necessarie e concrete finalizzate al reperimento di acquirenti privati che garantiscano, con accordi ministeriali, un piano industriale mantenendo gli attuali livelli produttivi ed occupazionali. E nell’eventualità che ciò non accada, il gruppo parlamentare del Senato M5S ha già previsto in alternativa una mozione depositata il 20 giugno che chiede espressamente al Governo di elaborare in tempi brevi (entro 180 giorni dall’approvazione della mozione dei M5S) le misure opportune per l’acquisizione dell’impianto da parte direttamente dello Stato, presentando, anch’esso un piano industriale che mantenga gli attuali eccellenti standard produttivi e occupazionali dello stabilimento di Pavia. ”

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