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Caso Merck: intervista a Massimo Braghieri

  • Paola Montonati

Una debraghierille principali aziende farmaceutiche d’Europa, la Merck Sharp & Dohme che da’ lavoro tra dipendenti diretti e indotto a circa 400 operai. chiuderà la sua sede di Pavia alla fine del 2014.

Le istituzioni pavesi, a partire dal sindaco Alessandro Cattaneo, si sono messe in gioco per evitare questa chiusura, già dalla sessione del Consiglio Comunale tenutasi nell’aula Ghislieri dell’Università di Pavia il 10 giugno, in cui tutti i consiglieri comunali hanno votato un documento che si oppone alla chiusura dell’impianto, considerando le gravi conseguenze per i suoi dipendenti.
Anche il vescovo di Pavia, Giovanni Giudici, si è fatto avanti con un messaggio con il quale chiede il rispetto del lavoro, simbolo di vita e dignità.

Abbiamo rivolto alcune domande a Massimo Braghieri, attuale coordinatore della Protezione Civile di Pavia ed esponente del PDL

1) Cosa ne pensa personalmente del caso Merck?

“Io sono un liberale, ma quanto sta accadendo con questa multinazionale esce un pò dagli schemi del libero mercato.
Le aziende non sono solo macchine o business dentro quattro mura: hanno intrecci sociali importanti che devono essere considerati in qualsiasi valutazione di cambiamento.
Lo scambio tra azienda e la comunità del territorio non può essere solo unidirezionale.
Visto che, in più occasioni, i vertici aziendali hanno affermato che la decisione non dipende dai risultati o dall'efficienza di questa unità produttiva, la logica industriale sembra avulsa da questa decisione che sembra più legata a scelte politiche "internazionali": qualche Paese avrà fatto la voce grossa per evitare la razionalizzazione degli impianti sul loro territorio.
Purtroppo le multinazionali, proprio per la loro natura, possono permettersi anche scelte penalizzanti a livello industriale per evitare rotture di scatole da altre parti: sono talmente grossi che la Merck di Pavia, che ci sia, che faccia un buon lavoro o meno, non gli fa ne caldo ne freddo!”

2) Quale sarà una possibile ricollocazione dei dipendenti della Merck qualora si arrivasse alla chiusura dello stabilimento?

“250 persone specializzate in ambito manifatturiero farmaceutico non credo siano ricollocabili, fatto salvo che veramente non si trovi un compratore che voglia realizzare un'unità produttiva, magari conto terzi, utilizzando impianti e personale presente: di sicuro, un terzista dovrà razionalizzare quella parte di azienda che non utilizzerebbe e quindi avrebbe comunque degli esuberi”

3) E' già stata fissata una data precisa, un programma, una base d'intesa per l'incontro con i vertici americani?

“I fatti e le prese di posizione recenti che ho letto sulla stampa sembra non lascino dubbi sulla irrevocabilità della loro decisione: il problema Merck a Pavia è un problema nazionale, non solo locale e che potrebbe essere replicato anche da altre aziende multinazionali in altre aree territoriali italiane.
Occorre una presa di posizione da parte del Governo!
Bene ha fatto l'Amministrazione Comunale di Pavia e il Sindaco, Alessandro Cattaneo, a coinvolgere le istituzioni nazionali.
E, per usare il bastone e la carota, sarebbe utile anche intervenire sulla benedetta semplificazione amministrativa che in Italia, se non verrà applicata, sarà scusa per tanti altri casi di allontanamento industriale dal nostro Paese.”

4) Chi potrebbe rilanciare la Merck sul mercato di Pavia?

“Entriamo nella fantapolitica industriale.
Ho un sogno: se l'Università o una delle strutture di eccellenza della sanità locale avessero allo studio, in stadio avanzato, una cura o un farmaco sperimentale, potrebbero provare a fare un'accordo di produzione con la Merk o con altre industrie farmaceutiche, con il vincolo di utilizzare lo stabilimento di Pavia.
Sarebbe bello!”

5) In ultima analisi perchè lo stabilimento della Merck chiude?

“Ho l'impressione che chiuda perchè, in qualche ufficio di qualche grattacielo, persone sedute davanti ad una bottiglietta d'acqua e distratti dai loro obiettivi di bonus annuali, che non sanno cosa sono gli stabilimenti , i lavoratori, gli impianti, ha fatto una mossa sullo scacchiere della partita che sta giocando sacrificando un pedone: è un brutto paragone ma per loro lo stabilimento di Pavia è un pedone!”

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