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Attenti alle vipere!

  • Paola Montonati

vipera 1Con un anticipo insolito per questa stagione, ci sono già stati i primi casi, più o meno seri, legati ai morsi di vipere e serpenti.

“Quest’anno si sono avuti i primi casi di intossicazione già a fine febbraio” spiega Davide Lonati, che lavora per il Centro antiveleni della fondazione Maugeri di Pavia “Fino ad oggi sono stati 14 i casi sospetti arrivati a noi, 8 morsi “secchi” senza veleno e 6 con conseguenze cliniche rilevanti, ovvero nausea, vomito, diarrea, edema, gonfiore, dolore nella sede del morso. Uno di questi casi ha avuto segni neurologici a carico dei nervi cranici, come difficoltà ad aprire le palpebre, offuscamento della vista”

Nel 2011 e nel 2013 c’erano stati casi di vipere verso la metà di aprile, mentre nel 2012 le prime segnalazioni erano avvenute a marzo

“Ogni anno registriamo circa 70-100 morsi di vipera, di cui la metà sviluppano sintomi rilevanti“ dice Lonati “Il numero maggiore di casi è concentrato nei mesi di luglio e agosto”

Al momento i casi accertati presso via Ferrata provengono dalle regioni del Centro e del Sud Italia, mentre l’ultimo caso registrato a Pavia risale alla fine dell’agosto 2013, quando un bambino di 6 anni venne ricoverato per un lieve avvelenamento.

“Noi effettuiamo una valutazione diretta se le vittime arrivano in pronto soccorso a Pavia, altrimenti diamo consulenze telefoniche” ha detto Lonati.

Ma cosa si può fare per evitare di essere morsi da vipere durante una delle gira fuori porta tra le colline?

“Non spostare massi, tronchi o mettere le mani in anfratti rocciosi “ rivela Lonati ”tra l’erba o nei cespugli. Avvertire della nostra presenza muovendo l’erba con un bastone prima di passare o di sedersi. La vipera, infatti, morde quando colta di sorpresa”

vipera 2Molti dei morsi di vipera sono frequenti, sul tronco, sulle braccia e sulla parte alta del corpo.

“In caso di morso di serpente, per non peggiorare la situazione” chiarisce un tossicologo “occorre mantenere la calma e chiamare il 118. Escludendo i rarissimi casi di reazione anafilattica al veleno di vipera, c’è tutto il tempo per attendere i soccorsi o raggiungere un ospedale. Non posizionare lacci, non cercare di aspirare il veleno e soprattutto non incidere la zona nella speranza di farlo uscire. L’arto colpito deve essere mosso il meno possibile. Sempre meglio andare in ospedale dove, anche grazie alla consulenza di un Centro Antiveleni, verrà impostato il monitoraggio clinico adeguato e praticata la terapia antibiotica specifica, se e quando indicato”

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