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Le chiese scomparse di Pavia dentro le mura: 2 parte

  • Paola Montonati

pavia chiese scomparse 3

Santi Carlo e Giustina

Inizialmente consacrata alla sola santa Giustina, la chiesa venne edificata verso la metà del Trecento e affidata ai Serviti che erano gli officiatori della chiesa di San Primo.

Dopo essere stata semidistrutta durante la battaglia di Pavia, il complesso venne riedificato per poi, a causa della sua profanazione nel 1570, venir ceduto nel 1613 ai Monaci Armeni che la riaprirono al culto.

Verso il 1799, a causa della chiusura da parte di Napoleone di molti istituti religiosi, la chiesa venne del tutto rasa al suolo.

Santa Caterina da Siena

Fondato dalle monache di Santa Caterina da Siena, che avevano lasciato il loro convento in Borgo Ticino a causa delle continue inondazioni, questo complesso si trovava verso la Porta di Santa Giustina, alla fine di Corso Garibaldi.

Dopo la sua soppressione nel 1441, il monastero venne affidato ai Domenicani, che edificarono un nuovo edificio, poi annesso a quello precedente.

A causa di una profanazione nel 1799, la chiesa fu sconsacrata, poi adibita ad abitazione di uso privato ed infine venne demolita e trasformata in orto collettivo.

Santa Caterina delle Umiliate

Situata tra la chiesa di san Gregorio e quella di Sant’Elena, il monastero era gestito dalle monache degli Umiliati.

Ampliato nel 1264 con una nuova ala, il complesso passò alle Benedettine nel 1400, per poi venir demolito verso la fine del Settecento.

San Colombano

Già presente nel 1140, questa chiesa con il suo convento si trovava nella area tra via XX Settembre e via Roma, dove oggi vi è la Banca d’Italia.

Abitata dai monaci di Sant’Agostino, la chiesa era una delle residenze del vescovo di Lodi, che vi alloggiava durante le Diete del Regno.

Dopo la sua soppressione nel 1346, l’edificio venne annesso alla chiesa di San Giovanni Dominarium, per poi seguirne le sorti quando fu soppresso nel 1513.

Nel 1578 i padri Somaschi fecero erigere una nuova chiesa vicino a Piazza Botta, che venne soppressa nel 1810.

Oggi i locali del complesso sono diventati sede dell’Autorità Giudiziaria.

pavia chiese scomparse 4San Cristoforo

Inizialmente collocato al di fuori della porta Milano, il convento venne demolito dai Visconti per fare spazio al giardino del Castello Visconteo.

Le monache che lo abitavano si trasferirono in una casa presso la Porta Palacense, dove verso il 1460 divennero uno dei punti di riferimento dell’intero quartiere.

Dopo molti restauri e vari ampliamenti, il complesso venne raso al suolo nel 1799 e ciò che ne rimase fu adibito ad abitazione civile.

San Donnino

Situata presso la Porta Laudense e vicino all'attuale Piazza Italia, questa chiesa era stata edificata poco prima della fine del Trecento, per poi essere unita alla chiesa di Santa Maria Nuova, formando un unico complesso.

Dopo essere stata assorbita del tutto dalla sua vicina, la chiesa venne abbattuta verso il 1700, per fare spazio a Piazza Castello.

Sant’Elena

Edificata alla fine dell’VIII secolo d. c, venne ampliata nel XI secolo con un monastero gestito dalle monache Benedettine, che lo resero una fiorente comunità fino agli inizi del Seicento.

Dopo un ulteriore ampliamento verso il 1651, il complesso venne soppresso nel 1790, per poi esser completamente raso al suolo.

Sant’Eufemia

Risalente all'età paleocristiana, questa chiesetta era sulla sinistra di Via Azzano, vicino a Sant’Agata.

Venne soppressa nel 1566, poi demolita e di essa non si hanno più tracce.

Santi Faustino e Giovita

Citato dall’Anonimo Ticinese, questo oratorio si trovava vicino a Santa Maria del Carmine ed era nominato in una bolla di papa Pasquale II, che lo affidò ai monaci di San Pietro in ciel d’oro.

A causa dell’allargamento di Santa Maria del Carmine, la chiesa venne demolita verso il 1300.

San Giovanni in Borgo

Fondata verso il 500 d. c. dal vescovo pavese San Massimo, questa chiesa era situata nei passi del cimitero ed era consacrata a San Giovanni Battista.

Molto simile a San Michele, vi  vennero sepolti dodici re longobardi.

Dopo la sua soppressione nel 1805, il complesso venne acquistato dal Collegio Borromeo, che lo fece demolire allo scopo di sistemare un giardino presso Monte Bertone, mentre la sua parrocchia venne unita a quella di San Michele.

Sant’Innocenzo

Eretta tra il 400 e il 500, per ordine di Teodorico il grande, questa chiesa si trovava fra via Foro Magno e piazza del Municipio, vicino al convento di San Cristoforo e al palazzo Reale.

Nel corso del secoli venne riedificata e profanata moltissime volte, fino a quando nel 1807 non venne demolita per l’utilizzo a scopi privati.

Oggi vi si trova un complesso di edifici che ospita anche la sede dell’INAIL.

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