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Cesare Angelini il fascino della semplicità

  • Paola Montonati

 

angelini 1Una delle personalità più note ad amate di Pavia, che oltre a essere stato il rettore per anni del Collegio Borromeo, ha scritto poesie e pagine di raro fascino, con il sapore di un mondo che non c’e più.

Cesare Angelini, una delle penne più illustri del Novecento, nacque nel piccolo paese di Albuzzano, vicino a Pavia, il 2 agosto del 1886. Sesto figlio di una coppia di contadini, il piccolo Cesare visse una infanzia quasi incantata tra i campi e l’affetto dei suoi cari.

Agli inizi del Novecento, seguendo l’esempio del fratello Giuseppe, Angelini decise di intraprendere la via del sacerdozio, che allora per molti giovani era la strada per uscire da una vita di povertà.

Nel 1910 l’adolescente Cesare, dopo aver terminato gli studi presso il seminario di Pavia, venne consacrato sacerdote.

Il suo primo incarico fu quello di professore d’italiano presso il seminario vescovile di Cesena, dove strinse una profonda amicizia con il filosofo Renato Serra, una delle menti più brillanti del primo Novecento italiano.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, nel 1916 Angelini venne inviato sul fronte come cappellano degli alpini, dove tra l’altro venne a sapere della morte dell’amico Serra, caduto in combattimento. Verso la fine della guerra il giovane sacerdote fu spedito in missione in Albania, dove ebbe l’occasione di avvicinarsi al Corano e alla religione musulmana, su cui anni dopo avrebbe scritto l'articolo “Mi ricordo di Ali”.

Con la fine delle ostilità Angelini tornò nel Pavese, dove insegnò presso il Seminario Vescovile, mentre alloggiava a Torre D’Isola presso il fratello, che era diventato il parroco del paese.

Agli inizi degli anni trenta Cesare compì un pellegrinaggio in Terra Santa, mentre nel 1938 divenne l’economo spirituale di Torre D’Isola, a causa della morte del fratello.

Un anno dopo, il 15 ottobre del 1939, Cesare Angelini venne nominato rettore del Collegio Borromeo di Pavia, un incarico che avrebbe segnato per sempre la sua vita.

Per anni la snella figura del Rettore, che si vedeva spesso passeggiare per le viuzze del centro storico di Pavia, diventò quasi un’istituzione per i cittadini pavesi, che lo amavano e lo rispettavano. 

angelini 2Nello stesso periodo Angelini cominciò a scrivere i suoi saggi e le sue opere critiche, che si concentravano in particolare sul Manzoni e sulla poesia di fine Ottocento, senza escludere personalità del primo Novecento, come Giovanni Papini.

Inoltre Angelini strinse una grande amicizia con alcuni degli scrittori italiani più noti e stimati, come Giuseppe Prezzolini, che gli scrisse numerose lettere, e la poetessa Ada Negri, che dal 1924 al 1944 fu spesso ospite in Casa Boerchio a Pavia. 

Nel 1952 a Cesare venne conferito dal Papa Pio XII il titolo di Monsignore.

Il 1 novembre del 1961, per limiti d’età, Monsignore Angelini lasciò per sempre il Collegio Borromeo e andò a vivere con la nipote Margherita in un modesto appartamento presso la via Luigi Porta, per poi trasferirsi nella via San Invenzio. 

Negli ultimi anni l’ex rettore ebbe due grandissime soddisfazioni, nel 1964 gli venne conferita la laurea honoris causa in lettere dall’Università di Pavia e nel 1968 vinse il premio Emilio Cecchi per il volume “Capitoli sul Manzoni vecchi e nuovi”

Il 27 settembre del 1976, a 90 anni, Cesare Angelini mori nella sua casa di Pavia e venne sepolto, secondo le sue volontà, nel piccolo cimitero di Torre D’Isola. 

 

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