Zambon salva la Merck di Pavia
Abbiamo seguito la storia dello stabilimento Merck, ora forse un futuro per i lavoratori che vivono da mesi una situazione estremamente incerta.
Per adesso c’è solo una bozza d’intesa ma pare che la Zambon Pharma succederà alla Merck nella gestione dello stabilimento di Pavia, che da mesi è in cassa integrazione, in vista della chiusura prevista per il 31 dicembre.
Anche se per ora i vertici della Merck si trincerano dietro un cauto no comment, la Zambon ha confermato la firma del contratto e ora restano da decidere i termini della possibile compravendita per la fabbrica pavese. Ma è da definire anche il destino dei dipendenti in servizio che da luglio di un anno fa stanno vivendo con la spada di Damocle dell’imminente chiusura, che si sono ridotti a 220 nell’ultimo mese, mentre 26 hanno deciso di accettare nuovi incentivi e lasciare la Merck definitamente.
Per adesso non si sa cha cosa produrrà la Zambon a Pavia e quanti dipendenti rimarranno a lavorare nello stabilimento di Via Emilia, anche se si dice che saranno solo 150 su 220 lavoratori.
In ogni caso, i sindacati hanno confermato che, se Zambon subentrerà alla Merck, ci sarà una nuova fase delle trattative, anche per adesso non si sa nulla al riguardo.
Se la Zambon comprerà la Merck, la produzione dei nuovi farmaci dovrebbe iniziare senza fermare la fabbrica di Via Emilia, evitando la chiusura dello stabilimento prevista per il 31 dicembre.
Uscendo dal turno di lavoro, i dipendenti lasciano trasparire la speranza che arrivi una maggiore chiarezza su quello che faranno i nuovi proprietari “Il nome di Zambon gira da giorni, ma adesso aspettiamo i numeri perché tutto dipende da quanti restiamo al lavoro qui” racconta Gianluca, che lavora per la Merck da 16 anni.
Più ottimista è Simona Lodola “Speriamo in bene. Io sono stata ceduta tre anni fa da Merck a un’azienda dell’indotto mentre facevo il trapianto di midollo”.
Ma il vero problema per i dipendenti dell’indotto era il rischio di trovarsi senza ammortizzatori sociali dopo la chiusura della fabbrica “Ho due figli e il mio è l’unico stipendio di casa” racconta Cristiano Ghia ”Non so nulla della vendita, ma spero davvero vada in porto”.
Molto pragmatico è Sergio Discenza “Le voci su Zambon circolano da un po’, ma prima di cantar vittoria attendo di sapere il piano industriale. Ho due figli e ho bisogno di continuare a lavorare”.
Ed Enrico Bovati soggiunge “Ora dipende da quali condizioni definiranno l’accordo di vendita. La salvaguardia dei posti di lavoro è indispensabile, ma poi bisogna vedere davvero quanta gente tengono”.