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Un viaggio nella storia dell’uomo con Kosmos a Pavia

  • Paola Montonati

70594968 2395473093835376 1351328669896802304 nHo avuto il piacere di partecipare alla visita pre - inaugurale riservata ai giornalisti a Kosmos, il nuovo Museo di Storia naturale a Palazzo Botta, che verrà inaugurato sabato 21 settembre, un allestimento moderno e innovativo che mette in mostra il patrimonio naturalistico del Sistema Museale di Ateneo.

La visita è stata illustrata dal professor Paolo Mazzarello, presidente del Sistema Museale d’Ateneo, con la presenza del rettore Fabio Rugge.

Emozionante, interessante, ricco di motivi di curiosità, merita una visita.

Il nome Kosmos, parola che in greco significa ordine, è legato al tema del viaggio, inteso come impresa necessaria alla conoscenza della natura, per scoprire non solo spazi geografici ma nuovi confini scientifici e mentali.

Ospitato presso Palazzo Botta Adorno, che in passato aveva accolto personaggi illustri tra cui Napoleone e Vittorio Emanuele II di Savoia, Kosmos ha una veste completamente rinnovata e interattiva, con circa 500 reperti affiancati da giochi multimediali, video, postazioni interattive per bambini e molto altro.

Proposto da Maria Teresa d’Austria nella seconda metà del Settecento e diretto per trent’anni dal grande scienziato Lazzaro Spallanzani, il museo ha molti reperti significativi per il loro valore storico-scientifico, come un coccodrillo del Nilo, un ippopotamo, uno squalo mako a pinne corte e un tursiope.

Nei secoli il Museo ha avuto i contributi di Giuseppe Balsamo Crivelli, Torquato Taramelli, Leopoldo Maggi e Pietro Pavesi, le collezioni di zoologia sono arrivate a circa 9800 vertebrati e includono reperti di epoca spallanzaniana, con singoli esemplari acquistati o scambiati nel corso dell’Ottocento oppure procurati durante i viaggi di esplorazione scientifica nel XIX e XX secolo.

La sezione più consistente è l’ornitologica, con 4.300 uccelli naturalizzati con le paradisee donate nel 1876 dal naturalista Giacomo Doria, i due condor delle Ande catturati in Cile nel 1835 dall’esploratore Gaetano Osculati e gli esemplari ottocenteschi provenienti dai viaggi degli italiani Orazio Antinori, Odoardo Beccari e Luigi Maria D’Albertis, mentre i mammiferi assommano a un totale di 1200 elementi.

Molto noto è un elefante africano, pervenuto sotto la direzione di Pietro Pavesi e il gran numero di primati tra cui un maschio di gorilla originario del Congo e tra i pesci ci sono alcuni squali preparati a secco nel XVIII secolo, i dipnoi procurati da Pietro Pavesi e un raro celacanto pescato nel Canale di Mozambico nel 1963.

70451553 2395475720501780 9143787400961458176 oTra i campioni in alcool, oltre alla collezione settecentesca del medico olandese Cornelis van Hoey, ci sono l’insolita natrice tassellata albina trovata nel 1879 nei dintorni di Pavia, un sauro acquisito dall’esploratore pavese Luigi Robecchi Bricchetti in Somalia nel 1890 e, tra i roditori, un raro esemplare di eterocefalo glabro prelevato da Vittorio Bottego nel 1895 in Abissinia.

Tra gli invertebrati ci sono la collezione in alcool dello zoologo tedesco Johann August Ephraim Goeze acquistata da Giuseppe II nel 1787 e la sezione malacologica di conchiglie marine, terrestri e dulcacquicole tra cui quelle organizzate dai naturalisti Arturo Issel e Teodoro Prada a fine Ottocento.

Di assoluto pregio sono, nelle teche coeve, due statue miologiche di un cervo e di un cavallo della seconda metà del Settecento di Giovanni Battista Volpi, chirurgo tra i primi docenti di medicina veterinaria a Milano.

Nella giornata d’inaugurazione, alle 10.30 ci sarà la cerimonia alla presenza del Magnifico Rettore e delle autorità, con partecipazione libera e fino alle 17 sarà possibile visitare il Museo, senza prenotazione. 

Da domenica 22 settembre il Museo sarà aperto tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 10 alle 18.

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