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La storia del paesaggio romano in una mostra a Pavia

  • Paola Montonati

71348715 2395496700499682 5490667241810690048 nOggi, presso il Salone Teresiano della Biblioteca Universitaria di Pavia, Maurizio Harari, docente di Etruscologia e Archeologia Italica, e Pierluigi Tozzi. Professore emerito, hanno presentato la mostra Il paesaggio geometrico italiano di origine Romana, che sarà aperta fino al 10 ottobre.

La mostra racconta di come i Romani, in grande parte dell'Europa e nell'Africa mediterranea, avviarono una trasformazione dell'ambiente, ricco di selve e paludi, con soluzioni tecniche sapientemente studiate e basate sull'uso costante delle medesime misure lineari, che portarono a un paesaggio nuovo, uniforme nella varietà dei luoghi, destinato agli uomini.

I caratteri fondamentali sono rimasti fino a oggi, anche in Italia, dalla storia tormentata, dove la presenza e la continuità millenaria nelle diverse parti di questo schema nella struttura di base del paesaggio sono un forte fattore di connessione e di unità, almeno sul piano materiale.

Nella mostra mappe antiche, rare carte storiche, foto aeree dalla fine della seconda guerra mondiale a oggi, rilievi satellitari sempre più accurati, eseguiti con tecniche in costante progresso, raccontano i paesaggi creati dai Romani, sia di quelli sulla superficie del suolo e per la continuità millenaria ben presenti nella memoria degli uomini, che di quelli sepolti a seguito di sconvolgimenti naturali, gelosamente e riportati all'evidenza dalle grandi bonifiche dell'Ottocento e del Novecento.

Le campagne e le città si basano su grandi e su piccoli moduli quadrati, che misurano e definiscono gli spazi della vita degli uomini, così terre, città, vie e acque si connettono per riflettere sui valori dei grandi beni comuni, che appartengono indistintamente a tutti.

Molto belli gli esempi di Romagna, Emilia, Veneto, dove dominano rispetto e tutela dell'antico paesaggio, mentre a nord di Milano, la crescita degli sviluppi urbani, ha devastato irreparabilmente il quadro d’insieme del paesaggio antico, con corsi d'acqua come il Seveso e il Lambro, oggi ingabbiati nel cemento.

Infatti i Romani videro il rapporto città-territorio come necessario per il funzionamento e la vita delle due componenti, con la formazione delle Provincie con la presenza vincolante di capoluoghi e di territori, che spesso hanno ripreso precisamente i distretti coloniali e municipali fissati dai Romani, poi vennero le Regioni con Augusto, con ben precise finalità amministrative e politiche.

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