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Tra due mesi la riconversione dei piccoli ospedali

  • Paola Montonati

mini ospedali 1La riforma del sistema sanitario prevede una riconversione dei piccoli ospedali, operazione che comunque non priverà le persone di assistenza, anche se qualche cambiamento dovrà essere assorbito.

E’ giunto il momento di scegliere quali, tra gli ospedali più piccoli della provincia di Pavia, verrà riconvertito in Pot, cioè un “presidio ospedaliero territoriale” o “mini ospedali”  per i malati cronici che saranno destinati ad affiancare il San Matteo di Pavia nel seguire i centonovantamila malati cronici pavesi. 

La tavola rotonda voluta dall’assessore regionale alla sanità Mario Mantovani non è ancora stata convocata, ma il tempo stringe, in quanto l’azienda ospedaliera ha solo due mesi per decidere chi, tra Casorate, Varzi e Mede, sarà riconvertito in  Pot con i tre milioni di finanziamento messi nel bando dall’Asl di Pavia. 

Ormai i malati cronici nella provincia di Pavia sono il 35 per cento, come diabetici e cardiopatici, che necessitano di assistenza e cure continue e ogni anno assorbono il 73 per cento del 625 milioni di euro della spesa sanitaria messi a disposizione dal Pirellone ogni anno. 

E dai primi di marzo che a Pavia si sta discutendo della riconversione degli ospedali minori, da tempo caldeggiata da Mantovani per risolvere una situazione ormai diventata difficile per molti.

mini ospedali 2“Come Provincia ci interessa il tavolo istituzionale per capire quali siano le idee sul campo” ha detto Daniele Bosone,  presidente della Provincia “Dall’Asl abbiamo ricevuto rassicurazioni sulla convocazione a breve. Ci sono strutture come Casorate, Mede, Varzi che potrebbero beneficiare di una riconversione continuando ad essere riferimento per gli esami essenziali”

I Pot dovrebbero avere a loro disposizione medici di famiglia, ambulatori specializzati e la guardia medica, assieme ai servizi per i malati cronici, i posti letto per quelli dimessi dall’ospedale specialistico e bisognosi di assistenza medica continua, che al momento Pavia, con 31 letti per subacuti disponibili su 91, non è in grado di offrire, e la telemedicina.

In queste settimane l’ordine dei Medici ha proposto una serie di altre ipotesi alla Regione con il consenso del presidente Giovanni Belloni sugli ospedali minori, ad esempio potrebbero chiudere i punti di autopresentazione di Casorate e di notte quelli di Mede e Varzi “perché non in grado di dare risposte all’utente e causa di elevati rischi professionali per chi vi lavora” e al loro posto utilizzare un’ambulanza che lavorerebbe 24 ore su 24 con un medico attivo sia a Varzi che a Mede, almeno per i casi che non necessitano cure immediate.

Ma ci sono anche le ipotesi di chiudere, verso le cinque di sera, quegli ospedali dove arrivano solo le “richieste minime” e che impegnano quel personale che “potrebbe essere reimpiegato”. 

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