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Tornano le farfalle nel Parco del Ticino

  • Paola Montonati

downloadQuesto inizio di ottobre con giornate soleggiate, temperatura tarda estiva, ci sta regalando un periodo splendido. Un clima che ha favorito la migrazione di migliaia di farfalle, che si sono radunate per un richiamo istintivo nel Parco Naturale del Ticino, area  naturale protetta da anni, dove questi coloratissimi insetti fanno una sosta prima di raggiungere prima il fiume Po. Un parco che si conferma ancora una volta, un vero e proprio corridoio naturalistico da Nord a Sud. Un ruolo già noto per uccelli, pesci e mammiferi vari (negli ultimi tempi sono stati avvistati anche alcuni lupi) e che ora emerge chiaramente anche per le farfalle.

Lo straordinario fenomeno migratorio, che in questo periodo ha raggiunto picchi notevoli, proprio grazie al prolungato bel tempo, venne rilevato già cinque anni fa, da alcuni naturalisti di Bernate Ticino, dove è attivo un vero e proprio censimento delle farfalle.

Con questo censimento è avvenuta la scoperta di oltre una trentina di specie di farfalle, alcune delle quali mai viste prima sulle rive del Ticino, infatti, presso la riserva La Fagiana di Magenta, nella zona del ramo Delizia del fiume, vivono centinaia di farfalle che sono state censite e segnalate tramite fotografie, ora in mostra proprio nella radura di Pontevecchio di Magenta.

Nel Parco del Ticino, si tiene un corso di butterflywatching, dedicato alle tecniche di riconoscimento e al monitoraggio delle farfalle nel territorio. Il corso, organizzato dall'Ente Parco del Ticino, ha come obiettivo quello di coinvolgere studiosi e appassionati nell’aggiornamento dei dati che saranno raccolti nell’Atlante delle Farfalle del Parco del Ticino che sarà pubblicato nel 2020. L’iniziativa è finanziata dalla Comunità Europea, e si pone come obiettivo principale l’incremento della biodiversità nel Parco stesso.

Già durante le rilevazioni dell'ottobre 2016, venne notata la presenza, sempre più imponente, di una specie in particolare. La "Vanessa atalanta", una farfalla diurna dalle ali nere, su cui spiccano due fasce arancioni che formano una sorta di corolla, e delle macchie bianche nella parte più esterna, che la fanno assomigliare a un fiore. Colori che sono però visibili solo quando vola. Quando si posa, infatti chiude le ali per mimetizzarsi al meglio e sfuggire ai predatori.

Come tante altre specie di che vivono nella fascia mediterranea dell'Europa, al giungere della primavera, si spostano verso Nord, raggiungendo le regioni settentrionali del continente, per riprodursi.

Le farfalle individuate nel Parco sono circa 100 specie di cui alcune rare, sono da tempo oggetto d’interesse da parte di numerosi studiosi e appassionati.

Questi coloratissimi insetti inoltre sono importanti indicatori dello stato di salute dell'ambiente, perché sono molto sensibili all'inquinamento, e il fatto che ci siano numerosissimi esemplari e di tante specie diverse dimostra che nel Parco del Ticino si può scoprire ancora molto sulla vita selvatica. E siamo solo a venti chilometri da una città frenetica come Milano, nel cuore di una delle aeree più industrializzate del pianeta.

vigevano parco ticinoIl Parco della Valle del Ticino venne inaugurato il 9 gennaio 1974 e si estende da Sesto Calende, dove il Lago Maggiore, ridiventa fiume, sino al Ponte della Becca, dove il corso d'acqua sfocia nel Po e comprende diverse riserve naturali come La Fagiana, a Pontevecchio di Magenta, il Turbigaccio a Lonate Pozzolo, il Vigano a Golasecca e La Zelata a Bereguardo.

La valle del Ticino, nota per essere un corridoio ecologico della pianura Padana, è il punto d’incontro tra le Alpi e l’Europa centro-settentrionale a Nord e gli Appennini e il bacino del Mediterraneo a Sud, infatti, nel 2019 vedrà la nascita di una riserva transfrontaliera italo- svizzera, arrivato direttamente dal ministero dell’Ambiente.

La Riserva della Biosfera della valle del Ticino cosi arriverà fimo al confine con la Svizzera, comprendendo il parco della Valgrande e diversi comuni piemontesi e lombardi del Lago Maggiore, con il nome di Ticino Val Grande Verbano Biosphere.

“In tal senso la riserva nel suo futuro assetto, si configura come laboratorio territoriale in cui diffondere ed esportare le buone pratiche e il bagaglio di esperienze che i parchi hanno costruito nella loro esperienza decennale, uscendo dai propri confini verso un territorio che, per peculiarità e assetto, ben si presta ad accoglierle” dice Giampiero Beltrami, presidente del parco Ticino lombardo.

E’ dal 2002 che la valle del Ticino è stata riconosciuta come riserva MAB (Man And the Biosphere) e un’area a elevata biodiversità, con suo interno più di 6mila specie viventi, come il lupo, tornato nei boschi del Parco tra Magenta e Boffalora.

Qualche settimana fa uno stormo di nove fenicotteri rosa è stato avvistato sulle rive del fiume, non molto lontano dalla località Ayala, dopo che il primo avvistamento si era verificato nel 2012 a Bernate Ticino.

Nel frattempo dentro il parco sono stati trasferiti mille giovani esemplari di storione, che verranno allevati con un’alimentazione del tutto naturale e poi saranno trasferiti in grandi vasche, con condizioni adatte da assicurargli le maggiori possibilità di sopravvivenza una volta rilasciati in natura.

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