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Studenti pavesi a Genova per ripulire dal fango la città

  • Paola Montonati

studenti 1Sabato pomeriggio a Genova, in mezzo al fango, c’era anche un piccolo gruppo di studenti delle scuole superiori pavesi, partiti verso le 8 di mattina allo scopo di dare una mano, nel weekend, all’iniziativa promossa dalla Rete degli studenti medi per aiutare tutte quelle famiglie colpite dall’alluvione della scorsa settimana.

Tra di loro c’era Matteo Masto, che ha raccontato sul suo blog Sottobanco i motivi che lo hanno spinto a viaggiare fino a Genova.

Questa è la sua testimonianza:

“Giovedì 16 ho assistito come studente del Copernico all'assemblea sulla Buona scuola in cui un membro della Rete degli Studenti Medi di Pavia ha accennato a un week-end di volontariato a Genova. Dopo aver chiesto maggiori informazioni a Veronica ho deciso di dare la disponibilità per domenica. Il programma era molto organizzato, perchè in accordo con la protezione civile di Genova, la quale avrebbe provveduto ad assegnarci i luoghi e i lavori. Nel nostro gruppo eravamo sette ragazzi dai 16 ai 19 anni, del Copernico, del Volta, del Cossa e dell'Ipsia. Siamo partiti alle 8 e una volta arrivati a Genova, ci siamo recati in comune, dove alcuni responsabili del volontariato ci hanno spiegato il primo luogo in cui operare, ci hanno fornito di attrezzatura, cibo e buono di 7.50 per il pranzo. Camminando in cerca della postazione erano evidenti i segni dell'alluvione, parecchi negozi sul ciglio della strada erano danneggiati irreparabilmente, il fango aveva spostato oggetti e scardinato gli infissi, lasciando un deserto di detriti all'interno degli edifici. Tuttavia le strade erano libere e la vita continuava come prima”.

studenti 2Sono stati giorni faticosi e difficili da raccontare, come ricorda Masto “La nostra giornata l'abbiamo trascorsa liberando dei garage di alcuni palazzi vicino al municipio dal fango e dai numerosi oggetti (libri, pile di fatture, mobili, pietre, vetri, letti, sacchi, ferri vari, legname, sedie, giocattoli) che questo aveva ormai reso inutilizzabili. Nel nostro lavoro siamo stati supportati da alcuni membri della protezione civile che ci dirigevano, da altri due ragazzi volontari di Lucca e da alcuni abitanti e proprietari dei garage in discussione che gentilmente ci hanno offerto uno squisito vassoio di focaccia genovese. Poco più tardi, grazie al servizio del comune sono arrivati panini, frutta, dolci e acqua. Pensavamo di doverci arrangiare col cibo e invece ci siamo ritrovarti generosamente serviti. Il nostro lavoro è stato poi in parte sostituito da una ruspa che ha provveduto a continuare lo riempimento del container di "rifiuti" (mi piangeva il cuore a dover buttare diari personali di bambini piuttosto che libri di letteratura solo perchè riempiti di fango). Parecchie persone ci ringraziavano, ci chiedevano da dove venivamo, e perchè lo facevamo. Personalmente il motivo per cui ho scelto di partecipare è che credo fortemente nel bisogno di solidarietà e di aiuto reciproco e gratuito, specie in questi momenti di crisi. La mia predisposizione per i lavori manuali mi ha spronato a scendere sul campo e grazie a questo mi è stato possibile tastare con mano il disastro provocato e lo scoramento dei cittadini".

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