Situazione pesante per la pediatria del San Matteo
E’ dall’ultimo fine settimana che il piccolo reparto di pediatria del San Matteo di Pavia è preso sotto assedio da almeno 120 bambini, con febbre alta e notevoli difficoltà di respirazione.
“Abbiamo tutti e 26 i letti occupati” ha detto il primario del reparto di Pediatria, Gianluigi Marseglia “Venti almeno sono occupati da bambini sotto i due anni con complicanze gravi dell’influenza. Registriamo un notevole aumento di ricoveri per broncopolmonite e complicanze gravi rispetto agli anni scorsi: il bel tempo non aiuta l’epidemia d’influenza”.
Con il passar dei giorni anche i piccoli malati degli ospedali della provincia di Pavia e Milano stanno arrivando al San Matteo, dato che ormai tutti i posti letto sono stati occupati.
“Per ora riusciamo a garantire il ricovero a tutti i casi in cui è necessario” dice Marseglia “ovvero i più piccoli, sotto i due anni, e i bambini con altre patologie come diabete o cardiopatia. E visto che il reparto è pieno, garantiamo il turnover non appena possibile, abbiamo accolto anche pazienti dal Milanese”.
Tutto questo è dovuto all’influenza molto aggressiva di questo inverno, che spesso attacca i più piccoli “In ambito pediatrico quest'anno rieletto agli standard rileviamo una maggiore incidenza di complicanze polmonari, forse questo è legato alle continue variazioni genetiche del virus dell'influenza: statisticamente ogni 5 anni muta del tutto e aumenta la sua aggressività. Inoltre quest’anno le notizie poi rivelatesi infondate di un potenziale danno legato al vaccino ha creato paura, riducendo il numero di persone vaccinate e aumentando la diffusione del virus”.
E la diffusione del virus viene aggravata se non ci sono attorno al piccolo malato persone che ne sono parzialmente immuni “I pediatri di famiglia stanno vedendo migliaia di bambini, al pronto soccorso il picco avviene nel fine settimana, quando loro non ci sono”.
Ma cosa bisogna fare se c’è il caso di una possibile influenza? “Il genitore deve preoccuparsi nel momento in cui nei bimbi molto piccoli ci sono febbre elevata, vomito, diarrea o difficoltà respiratoria, bisogna seguire i consigli del proprio pediatra curante che è il punto di riferimento. Ma niente panico. Non tutti hanno bisogno dell’ospedale. A tutti ricordo che il virus influenzale determina un quadro di debolezza del sistema immunitario che si può protrarre 10 giorni, e quindi ritardare il rientro in comunità, all’asilo, è una precauzione che evita al bimbo di contrarre altre malattie: il sistema immunitario si deve riprendere da solo, servono 4 o 5 giorni dopo la febbre".
Anche la pediatra di famiglia Paola Cerutti dice che “Si tratta di un’influenza violenta dal punto di vista delle manifestazioni. Ma se non ci sono complicanze, l’antibiotico non serve, si risolve con aerosol e antipiretici, antinfiammatori e adeguata pulizia del naso”.
Come pure la sua collega Laura Rossetti che ha detto “Di broncopolmoniti e bronchiti ne ho viste tante anche a novembre, ora c’è la classica influenza che solo se non si risolve con gli antipiretici va trattata con antibiotici per evitare complicanze che, in età pediatrica, sono in agguato”.
E Romualdo Moggio, segretario provinciale della federazione nazionale medici pediatri, racconta che “Sabato mattina nell’ambulatorio pediatrico di viale Montegrappa dell’Asl abbiamo visto 25 bimbi, ed effettivamente riscontriamo focolaietti di natura spesso virale tipici delle forme influenzali che si attivano non solo con l’influenza classica ma anche con rino e adenovirus. Il bimbo va portato nello studio e il pediatra valuta la situazione: i focolai a volte iniziano subito, a volte a metà dell’influenza e a volte alla fine. Attenzione alla tosse insistente notturna, evitare il fai da te e dopo 3 giorni di febbre il bimbo va visto dal medico”.