Scontro elettorale per la Tasi pavese
La gestione della situazione relativa alla Tasi non verrà risolta dall’amministrazione Cattaneo, ma sarà uno dei primi problemi con cui, dopo le elezioni, si dovrà confrontare la nuova amministrazione comunale.
C’e poco margine d’azione, come spiega il sindaco Cattaneo “La domanda da porsi è: Se al cittadino dò esattamente le stesse tasse dell’anno scorso quanto mi entra in meno? Purtroppo ci sarebbe l’ennesimo buco”
Il fatto che il bilancio non sia ancora stato approvato ma si trova sul tavolo della giunta non contribuisce a migliorare la situazione, anzi, infatti si teme un aumento della tassazione allo scopo di colmare in parte le entrate minori, in un contesto che vede il Pil di Pavia colpito da una pressione finanziaria aumentata nel 2011 – 12 di circa il 20 per cento.
Ma cosa ne pensano gli otto candidati nelle elezioni pavesi per il nuovo sindaco della tassa comunale? E’ davvero una decisione cosi impopolare da prendere in questo periodo di campagna elettorale?
“In realtà non è solo questione di convenienza elettorale, anzi” spiega Cattaneo “la nostra pianificazione di questi anni ci permetterebbe di non avere dei traumi o imposte particolarmente impopolari. Ma il tema è nazionale, la deroga per i bilanci l’abbiamo chiesta tutti”
Tutto questo avrebbe dovuto cominciare a febbraio, quando ci sarebbe stato l’inizio dell’iter presso la giunta comunale
“Siamo in grado di fare la rendicontazione del bilancio entro il 30 aprile” chiarisce l’assessore Valdati “servirà un consiglio comunale per l’ok”
Questo per il 2013, ma per quest’anno è ancora tutto da vedere.
“L’Imu non ha colmato i tagli” dice Cattaneo “Con l’Imu non ho recuperato i 15 milioni tagliati, ma solo 6. Sfido tutti i candidati a dire come cambierebbero il bilancio 2013”
E mentre gli altri sette candidati ritengono che si dovrebbe rimandare tutto a dopo le elezioni, si pone il problema: che cosa ne sarà dalla Tasi? Ognuno dei candidati ha il suo parere.
“Gravare il meno possibile sulla prima casa” dice Massimo Depaoli del Pd “con un’aliquota minima sulla prima casa e recuperare sulle altre. Bisogna vedere se nelle pieghe del decreto si può differenziate tra casse regolarmente affittate e sfitte”
“Quello della Tasi è sicuramente argomento da campagna elettorale” spiega Cristina Niutta ”occorrerebbe usare detrazioni per andare incontro alle famiglie numerose e con redditi bassi. E non si devono massacrare le attività produttive”
“Noi proponiamo un taglio di tutte le aliquote“ chiarisce Niccolò Fraschini “Dove prendiamo i soldi? Taglio dei premi dei dirigenti e delle consulenze, chiudere servizi pubblici non essenziali per esempio cedendo il Vittadini al conservatorio di Milano e vendere Asm”.
Molto diversa è la proposta di Massimo Dagrada del Sei “Abbiamo cercato di analizzare bilancio, ma non ci sono i dati aggregati che servono a chi è fuori dal Consiglio a calcolare i costi della Tasi. E risparmiare sui costi può aiutare a recuperare risorse. Un esempio: partecipando a bandi europei per i pannelli fotovoltaici si può ridurre la spesa per l’illuminazione pubblica” e quindi “bisogna fare in modo di non penalizzare chi già lo è come commercianti e artigiani”
Anche Giuseppe Polizzi della M5S ha un’idea “Sui beni immobiliari stiamo studiando la fattibilità di sconti per chi abita in centro e subisce più rumore per la movida: secondo noi ha diritto a uno sconto sulle imposte da usare per adeguare i vetri e insonorizzare le stanze”
Mentre Elena Felicetti del partito comunista dei lavoratori dice che “Per disincentivare le case vuote si dovrà ragione su un’aliquota massima su immobili sfitti”
Ma “Bisogna agevolare le famiglie in difficoltà” sostiene Walter Veltri di Insieme per Pavia “con tariffe differenziate con detrazioni per chi abita in case più modeste. E poi bisogna mettere mano al catasto”.