Riso Amaro, la cascina, un museo
Nel 1949 il regista Giuseppe De Santis usò la Cascina Kyriè, vicino alla provinciale di Vespolate, come set per alcune delle scene principali del film Riso Amaro, con Silvana Mangano e Vittorio Gassman, considerato uno dei capolavori del neorealismo cinematografico.
Oggi quella cascina, dopo un lungo e attento lavoro di restauro, è diventata un museo dedicato alla storia dell’agricoltura lomellina di un tempo, grazie anche a un percorso multimediale.
Artefice del progetto è stato l’architetto di Mortara Aldo Baletti, che ha ricevuto come finanziamento dall’Unione Europea 200mila euro, mentre hanno collaborato ai lavori per il museo il Gruppo azione Lomellina e la famiglia vigevanese Costamagna, che ha concesso l’uso degli spazi della cascina adattabili a museo.
“Molti, soprattutto i giovani e le nuove generazioni, hanno grande dimestichezza con gli strumenti multimediali, ma non conoscono la natura che li circonda” dicono i dirigenti del Gal Luca Sormani e Giorgio Guardamagna, assieme alla proprietaria della tenuta Maria Luisa Costamagna “Con questo progetto vogliamo spiegare con le nuove tecnologie i vecchi lavori agricoli”.
Il viaggio in un mondo ormai lontano comincia presso le stalle della tenuta, erette nel sedicesimo secolo e che, nella prima metà del Novecento, ospitavano fino a 700 persone, dove quattro stazioni multimediali, con due maxi schermi, raccontano come l’agricoltura si sia sviluppata in Lomellina, con un’attenzione particolare al riso, da sempre legato al Pavese e al suo ecosistema.
Ma non c’è solo la storia delle varie coltivazioni nel museo, infatti sono spiegate anche le varie specie animali e vegetali che fanno parte della campagna lomellina, mentre nella seconda stalla si possono ammirare gli attrezzi agricoli di un tempo e su un maxi schermo passerà un video sulle bellezze architettoniche della Lomellina, dalla piazza Ducale di Vigevano fino ad arrivare alla pieve di Velezzo e al parco del Ticino.
“Ma il percorso del Museo prosegue anche all’esterno, per un contatto diretto con la natura circostante vista in video” dicono i membri del Gal.
E infatti, al di fuori delle stalle, sono state allestite tre aree espositive con gli antichi attrezzi di un tempo e sarà possibile visitare le case dei salariati.
“Inoltre nel percorso ci sarà anche la visita alla chiesa di Sant’Ignazio, sempre all’interno del complesso della Kyriè, costruita dai padri gesuiti che si stabilirono nel 17esimo secolo nella tenuta” dice l’architetto Aldo Bocchio, che ha collaborato alla realizzazione del museo.
“Il museo è un investimento azzeccato di soldi pubblici” hanno detto Guardamagna e Sormani “e cosi potranno promuovere maggiormente il turismo in Lomellina, anche attraverso questa struttura”.