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Risaie a rischio per il caldo africano

  • Paola Montonati

risaie rischio 1Era dal luglio del 2003 che un’estate cosi calda non metteva a rischio le coltivazioni del riso in Lomellina, ma adesso la situazione sta prendendo una piega drammatica. 

“Per ora le coltivazioni di riso e mais non rischiano di andare perdute, però siamo nella fase più delicata, e in cui c’è più alta richiesta d’acqua. Bisogna sperare che non ci siano cali d’acqua ulteriori nei prossimi 15 giorni, altrimenti ci potrebbero essere problemi” dice Roberto Isola, direttore generale del consorzio irriguo Est Sesia di Novara, che è il principale fornitore d’acqua per la campagna della Lomellina.

Ma come si è giunti ad avere poca acqua nel settore idrico lomellino, dotato di un intreccio di canali principali e secondari che conduce l’acqua fin nei campi?

“Perche c’è poca acqua nei due fiumi che maggiormente danno acqua al nostro sistema idrico, ovvero la Dora Baltea e il Po. Anche il Ticino, da cui partono importanti diramatori del nostro consorzio, è in scarsità d’acqua”.

Ed è proprio per questo che adesso Est Sesia adesso fornisce a turni l’acqua per gli agricoltori locali.

“In queste due settimane abbiamo registrato un calo di oltre il 40% d’acqua nel nostro sistema, dovuto alla carenza idrica” spiega Isola “E quindi non c’e acqua per tutti in contemporanea, dobbiamo fare i turni. Se si avanti così ovviamente questa turnazione sarà accettata”.

Per adesso non c’e un reale pericolo per le colture lomelline di riso e mais, ma ora si spera nell’imminente arrivo delle piogge, che potrebbero alzare il livello d’acqua nei fiumi “Nell’immediato una ripresa delle precipitazioni è l’unica soluzione per risolvere tutti i problemi” racconta Isola “Sarebbe un toccasana per le coltivazioni, anche perché se continua con questa siccità, potrebbero esserci davvero dei problemi”.

E nel futuro, se ci saranno ancora delle estati cosi afose, quali sono le possibili risorse per i contadini della Lomellina?

“La soluzione più pratica e meno costosa per la Lomellina, che non capiamo ancora perché non venga attuata, è l’aumento dell’immissione d’acqua dal Lago Maggiore verso il Ticino” chiarisce Isola “Poi, ma qui ci sono tante resistenze e spese più alte, si potrebbe pensare anche a nuovi invasi in montagna per preservare l’acqua che c’è nei periodi di piena: ora tanta la “regaliamo” al mare Adriatico. E poi c’è anche un altro problema, la semina in asciutta del riso che è sempre più praticata. Sembra paradossale, ma con questo metodo gli agricoltori consumano molta più acqua che in quello tradizionale dell’allagamento”. 

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