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Ricordando Giacinto Facchetti: domande a Paolo Maggioni

  • Paola Montonati

paolo maggioni giacinto 1Nato a Vigevano il 13 settembre 1982, Paolo Maggioni è originario di Milano, dove ha vissuto l’infanzia e l’adolescenza.

Dopo aver lavorato a Radio Popolare dal 2002 al 2011, con l’obiettivo di raccontare storie di persone, di gesti piccoli e grandi, di partecipazione alla vita della comunità e vicende di sport, Maggioni ha realizzato un radiodocumentario di 90 minuti su Beppe Viola, giornalista, umorista, scrittore, forse un po’ dimenticato dalla sua città. Milano, con la collaborazione di Giorgio Terruzzi.

Sempre a Viola, Maggioni ha dedicato un documentario televisivo, scritto con Paolo Aleotti, andato in onda su Rai3 il 12 novembre 2012.

Per cinque anni, verso le due del pomeriggio, Paolo ha scritto e presentato Jalla!Jalla!, un contenitore di costume e società trasmesso in tutta Italia, in compagnia di Claudio Agostoni, Nello Avellani, Dario Castelletti e i redattori di Popolare Network. 

Ha collaborato con il Manifesto, Linea Bianca e il Guerin Sportivo, oltre ad essere stato il co-autore, non accreditato, di due documentari radiofonici di BBC World Service con David Goldblatt.

Dal settembre 2011, Paolo ha fatto parte del gruppo di giornalisti che lavora a uno dei più interessanti e curiosi programmi della radiofonia italiana, Caterpillar, trasmesso sulle frequenze di Rai - Radio 2.

Dopo aver lavorato a Torino, presso la Tgr Piemonte, per gli ultimi tre anni, adesso sta per passare a Rainews24.

Per tre anni, dal 2009 al 2012, ha collaborato con l’Inter, la sua squadra del cuore, lavorando come dj e speaker di San Siro per le partite  in casa. 

Inoltre ha condotto dal campo la festa per la vittoria della Champions League, con  la Coppa dedicata a Giacinto Facchetti, il numero 3 dell’Inter e simbolo di un calcio pulito e romantico, molto lontano da quello di adesso.

E proprio a Giacinto Facchetti è dedicato il graphic novel “Il rumore non fa gol” edito da Becco Giallo, scritto in collaborazione con Davide Barzi e disegnato da Davide Castelluccio, che racconta la vita del grande campione dal punto di vista di Mario e Pietro Bresciani, giornalisti, tifosi dell’Inter, ma soprattutto un padre e un figlio, che attraversano insieme la storia della squadra milanese dagli anni Sessanta fino al 2006, anno della morte di Facchetti.

Ho avuto il piacere di rivolgere alcune domande a Paolo Maggioni.

paolo maggioni giacinto 2Come si definirebbe Paolo Maggioni?

Un giornalista che spera di poter continuare a raccontare storie, possibilmente senza cedere, mai, al cinismo.

Lei ora vive a Milano, immagino una scelta dovuta al suo lavoro, quali sono i suoi ricordi più belli legati a Vigevano e al Pavese?

Sono milanese ma nasco a Vigevano per caso, settimino. Due mesi d’incubatrice al San Matteo di Pavia e poi solo Milano. Ma Vigevano ha una delle piazze più belle d'Europa e Pavia mi colpisce per la ricchezza della popolazione universitaria. Cosa mi porto via? La scritta sul passaporto, alla voce "Luogo di nascita": quella non si cambia e non mi abbandonerà mai.

Quando è diventato tifoso dell’Inter?

Sono interista da quando ho visto Walter Zenga. E per mio padre, naturalmente. Facciamo vent'anni di San Siro insieme e condividere la domenica assieme è un privilegio.

Deve essere stata una sofferenza per lei da tifoso gli anni Novanta, quando l’Inter non vinceva uno scudetto…

Esperienza formativa: non vincere a lungo insegna ad amare senza condizioni. Crea un forte spirito identitario e mette nelle condizioni di godere al massimo di ogni successo.

Com’è arrivato all’idea di scrivere un graphic novel su Giacinto Facchetti?

Giacinto Facchetti è una figura unica e bellissima nel panorama calcistico, e civile, d'Italia. Raccontare la sua storia è attraversare mezzo secolo di vicende italiane con uno stile e un garbo senza paragoni, che non può essere sporcato da nessun attacco.

E’ stato difficile collaborare con Davide Barzi?

L'incontro con Davide è stato piacevole e fortunato. Abbiamo lavorato nella stessa direzione con grande affetto verso una storia che parla di padri e figli, di un calcio diverso, di valori alti e di un’etica non negoziabile.

La famiglia di Facchetti ha supportato il vostro lavoro?

Gianfelice e la famiglia Facchetti ci hanno sostenuto e aiutato consentendoci di attingere ad alcune pagine dei suoi diari, ancora inediti. Ne emerge una figura complessa e ricchissima, con un sacco di spunti che potrebbero migliorare il calcio italiano.

Pensa che le idee di Facchetti per un calcio migliore siano ancora oggi attuali?

Assolutamente si. Chi ha sognato un calcio pulito, giusto e inclusivo non passa certo di moda. E questo spirito vale per tutti, non solo per gli interisti.

Sono previste presentazioni del libro a Pavia e dintorni nei prossimi mesi?

Segnatevi una data: 3 settembre. Nel decennale della scomparsa di Facchetti stiamo organizzando una grande festa in suo ricordo al Paolo Pini di Milano: torneo di calcio, presentazione del libro e grande cena. Ci saranno tanti interisti del presente e del passato.

Quali sono i suoi progetti futuri?

Il mio progetto principale è provare a realizzare i miei sogni professionali in Rai, l'azienda per cui lavoro: sono orgoglioso di aiutare, nel mio piccolo, la più grande impresa culturale d'Europa. E poi c'è un romanzo nel cassetto, ma è ancora presto per parlarne.

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