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Primavera in arrivo, ma attenzione alle allergie!

  • Paola Montonati

 

allergie 1Con l’arrivo della primavera si ripongono i giacconi pesanti e gli stivali per vestiti più comodi e leggeri, si è tentati dal sole, da passeggiate all’aria aperta tra il verde, ma purtroppo sono in agguato  le allergie.

“Le allergie sono in anticipo, quest’anno” ha detto Antonio Meriggi, il nuovo primario della sezione di allergologia e immunologia clinica della fondazione Maugeri durante la giornata nazionale dei pollini “Tanta pioggia, un inverno mite e una stagione primaverile che già a fine febbraio ha fatto capolino sono il cocktail perfetto per la proliferazione dei pollini.”

Negli ultimi anni le allergie hanno colpito all’inizio della primavera con i pollini del nocciolo e della betulla, fino ad arrivare all’inizio dell’autunno con l’ambrosia e anche quest’anno non ci saranno eccezioni.

“In mezzo le graminacee” ha continuato Meriggi “Con queste temperature miti la pollinazione è già in atto da settimane. E nelle pollinosi da alberi è frequente la sindrome orale allergica, che si manifesta quando gli allergici mangiano un certo tipo di frutta e verdura, soprattutto la mela ma anche pera, albicocca, ciliegia, mandorla, pesca, prugna, nocciola, noce, sedano, carota, finocchio, prezzemolo, patata, castagna, fragola, lampone, kiwi. Molti giovani appena ne mangiano accusano bruciore e prurito del cavo orale fino all’edema”.

Ma anche se la rinite allergica colpisce solo il 20 per cento della popolazione, specialmente nella fascia tra i 10 e 20 anni, almeno un pavese su tre ne viene colpito. 

“Il pericolo è confonderla con un comune raffreddore” spiega Meriggi “Spesso si accompagna alla congiuntivite. I sintomi non vanno mai sottovalutati, basta fare test cutanei, o prick test, sono veloci. Solo in casi dubbi si può ricorrere a esami di secondo livello, più complessi come il dosaggio degli anticorpi IgE specifici”

allergie 2Nel 2013 alla Maugeri ci sono state circa 5mila visite, di cui 3mila si riferivano a pazienti con seri problemi respiratori.

“Tra questi quasi 2mila soggetti si sono rivelati sensibilizzati ai pollini, con una tendenza generale in aumento” ha specificato Meriggi “In particolare sembra che l’inquinamento abbia aumentato l’aggressività degli allergeni, è come se fosse una difesa della pianta”

“Per chi soffre di allergie ai pollini” dice Carlo Biale, il responsabile della stazione di monitoraggio aerobiologico “è importante sapere quali sono e dove sono le piante responsabili dell'allergia. I livelli di concentrazione di pollini aumentano con le temperature più calde che favoriscono le fioriture, ma anche la presenza di terreni agricoli o giardini abbandonati, dove la vegetazione cresce senza controllo sono fonte di pollini. Sapere qual è la situazione permette di adottare il comportamento più corretto. Contro l’ambrosia la buona notizia è che in molte aree di Lombardia e Piemonte di una specie neoartica di coleottero che se ne nutre causandone la defogliazione e quindi facendone diminuire, di fatto, i pollini”

 

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