Novità per il Fai di Pavia
Il FAI - Fondo Ambiente Italiano darà il Patrocinio Nazionale alla mostra Longobardi. Un popolo che cambia la storia che si terrà a Pavia dal 1 settembre presso il Castello Visconteo, organizzata dal Comune di Pavia e dai Musei Civici.
Questa sarà la più importante mostra mai realizzata sui Longobardi, per completezza e quantità di reperti e testimonianze, che poi si sposterà al MANN di Napoli dal 15 dicembre e ad aprile 2018 al Museo Ermitage di San Pietroburgo.
Il FAI concederà il patrocinio per l'indubbio valore culturale dell'iniziativa, dedicata a un periodo storico e una serie di reperti e di siti, tra cui lo storico Monastero di Torba, bene FAI che compare nel sito dell'Unesco dedicato ai Longobardi in Italia.
Inoltre il FAI è intervenuto ad arricchire l'allestimento della mostra con un contributo scientifico di alto livello, un'indagine geologica condotta a Pavia nell'area detta Il Giardino del Re, situata in via Luigi Porta e di proprietà della Fondazione Nascimbene, finanziata nel 2015 dalla Delegazione FAI di Pavia allora in carica.
L'indagine ha scandagliato con il georadar il sottosuolo di quest’area reputata dalla storiografia locale come il luogo dove si trovava il Palazzo Regio fondato da Teodorico, utilizzato poi dai re longobardi, franchi e italici.
Entrati in Italia nel 568, i Longobardi conquistarono Pavia soltanto nel 572, dopo tre anni di assedio.
Il palazzo reale era stato eretto ai tempi di Teodorico il Grande, e il re dei Longobardi, Alboino, vi si stabilì e da allora il palazzo fu teatro di numerosi eventi della storia longobarda, come racconta Paolo Diacono nella sua Historia Longobardorum.
Il Palazzo di Pavia venne abbandonato da Agilulfo e Teodolinda, che temevano fortemente le rivolte di corte, per ragioni politiche e religiose, poi cui si trasferirono a Milano e Monza.
Nel 662 il duca di Benevento, Grimoaldo, arrivò a Pavia per difendere il nuovo e debole re Godeperto, ma il duca, su istigazione del duca di Torino Garibaldo, finì per uccidere il sovrano nella stessa residenza regia, per poi installarsi nello stesso palazzo come nuovo re.
Durante il suo secondo periodo di regno Pertarito edificò presso il palazzo la porta Palatina e dopo la sua morte, il palazzo venne occupato dall'usurpatore Alachis, prima di essere cacciato dal legittimo sovrano, Cuniperto.
Il tesoro reale conservato nel palazzo venne poi depredato da Ariperto II, in fuga verso il Regno franco inseguito da Ansprando ma che, appesantito dal carico, sprofondò nel Ticino e affogò.
Il successore di Ansprando, Liutprando, sventò nel palazzo la congiura del rivale Rotari, che affrontò in uno scontro prima che fosse ucciso dalle sue guardie.
In seguito Liutprando fece edificare nel palazzo una cappella palatina, dove poi istituì un collegio sacerdotale per celebrare ogni giorno la Santa Messa.
Dopo la caduta del Regno longobardo nel 774 il palazzo fu la sede del conte palatino di Pavia, di nomina imperiale, per poi essere distrutto nell'estate 1024, dopo la morte dell'imperatore Enrico II.
Rimane oggi sconosciuta l'esatta ubicazione del Palazzo, che doveva essere collocato all'estremità del Decumanus maximus della città antica, come raccontava lo storico Pietro Pessani in De' Palazzi Reali di Pavia, edito nel 1771.
Inoltre, tra il FAI, il Comune di Pavia e i Musei Civici, sarà sottoscritta una convenzione che garantirà agli iscritti FAI la riduzione del costo del biglietto d’ingresso alla mostra al prezzo di 8 euro anziché a 12.