Skip to main content

Il Pavia Calcio torna in Serie D

  • Paola Montonati

pavia calcio serie d 1Il Pavia Calcio ha iniziato a risalire la china, torna ufficialmente in Serie D, dopo essere ripartito dall’Eccellenza, quinto gradino della scala calcistica con il suo nuovo presidente Cristina Rasparini.

Nella gara di ritorno della finale playoff, i pavesi hanno battuto per 0-2 la Romanese (Romano di Lombardia), grazie alle reti di Bertocchi e Carollo nel secondo tempo, mentre la gara di andata disputata al “Fortunati” era terminata con il punteggio di 1-1.

La lunga storia del Pavia Calcio, iniziò nel 1907, quando il football approdò a Pavia con la fondazione della Goliardica, squadra legata alla locale università, che però durò solo quattro anni.

Fu il 3 novembre 1911 che nacque il primo vero sodalizio calcistico pavese, grazie a Emilio Piatti, Achille Pecci e Giovanni Ferrari che diedero vita al Pavia F.B.C.

Per una serie di ragioni economiche, il gruppo si fuse con la Società Ginnastica Pavese e cambiò nome in Società Ginnastica Pavese – Sezione Calcio, nel 1912.

La fusione però durò una sola stagione poiché, partiti alcuni giocatori per la leva obbligatoria nella primavera 1913, la società si sfaldò e dopo aver costituito un nuovo direttivo con l’ingegner Carta segna, l’avvocato Ferrari e il ragionier Bianchi, la società tornò a essere la Pavia F.B.C. iscrivendosi ai campionati lombardi F.I.G.C.

Per il campionato 1914-15, gli azzurri furono ammessi al campionato di Promozione, vincendolo, ottenendo l’accesso in Prima Categoria.

Dopo aver superato il girone eliminatorio alle finali, la Pavia precedette in classifica i milanesi dell’Ausonia Pro Gorla e arrivò nella massima divisione calcistica, ma con lo scoppio della guerra passarono quattro anni prima di vedere il rinnovato Pavia F.C. giocare, dopo la sosta forzata dei campionati a causa del primo conflitto mondiale.

Dal 1929 al 1935 la società venne guidata dal presidente Angelo Nicolato, che portò all'ambito approdo in Serie B nel 1933, ma portò anche nel 1935 all’addio del Pavia al mondo del calcio.

Gli azzurri collezioneranno quattro campionai cadetti, ma tutti concentrati nel ventennio fra la metà degli anni Trenta (il primo nella stagione 1933-34) e quella degli anni Cinquanta (l’ultimo è datato annata 54-55). Alla fine della seconda guerra mondiale, il Pavia tornò in Serie C adottando però maglie granata, in onore del “Grande Torino”, con presidente il Cavaliere Piero Fortunati.

Da allora stagioni di sofferenze e stagioni anonime, per lo più in Terza Serie (ben 70, attraverso le varie denominazioni Serie C, C1, C2 e Lega Pro).

Una storia calcistica contrassegnata da continui saliscendi e da momenti bui come il fallimento dell'11 settembre 1957, dove la società fu sciolta, oltre ad essere radiata dai ruoli federali FIGC, per la terza volta. Dopo due tornei di Prima Divisione disputati dal Pro Pavia, nella stagione 1959-60, l’A.S. Pavia e il F.B.C. Pavia partecipano al campionato di Prima Categoria. Un anno dopo, con la loro fusione ridaranno vita al Pavia. Per il ritorno in Serie C bisognerà però attendere ancora qualche anno (stagione 66-67), quando gli azzurri la spuntarono sull'Asti, non prima però di aver dato vita a un appassionante duello lungo un intero campionato.

Gli azzurri vinsero contro l’Asti ma la permanenza in categoria fu molto breve, dato che l’annata successiva la società di via Alzaia si ritrovò in Promozione dopo un campionato deludente.

Il presidente Fasani, artefice del ritorno in Serie C del Pavia, dopo otto anni di reggenza, passò il testimone nelle mani del Cav. Migliorini, la cui presidenza coincise in un decennio, in cui gli azzurri si barcamenarono a fatica in Serie D e poi retrocedere, piombare per stagioni nel limbo del campionato di Promozione e poi risalire la china con due strepitose promozioni che l’hanno fatto approdare alla nuova serie C2 (stagione 78-79). Il ricordo dei tifosi più attempati va al bomber Walter Puricelli, il quale ancora adesso occupa un posto d’élite tra i cannonieri del Pavia di tutti i tempi. Anche se a dire il vero il bomber più amato di sempre è Santino Pozzi, per lui più di 100 reti con la maglia azzurra.

Vari allenatori si succedono in questo decennio sulla panchina azzurra. La soluzione migliore viene trovata promuovendo alla guida della prima squadra quell’Ernesto Villa di Carugate, che aveva speso nelle file del Pavia tutti gli anni della sua giovinezza. Spetterà a lui il privilegio di far approdare per la prima volta il sodalizio azzurro al porto della C1 (83-84), precedendo il Piacenza dopo un duello durato tutto l’arco del campionato.

In quel periodo è già avvenuto l’ennesimo cambio di manico sulla poltrona di numero uno del sodalizio azzurro, visto che vi si è insediato il Rag. Roboni, il quale presenzia un’epoca felice per le sorti del club, simboleggiata proprio dalle reti in maglia azzurra di Santino Pozzi. È il decennio delle tre promozioni e delle due retrocessioni (una a tavolino nel 1988).

Arrivano a Pavia calciatori che giocheranno ben presto in Serie A, approdando anche in Nazionale, come Massimo Crippa e Roberto Rambaudi; oltre a questi anche Marco ‘Bubu’ Dell’Amico e Franco Crotti veri e propri idoli locali.

All’attenta e rigorosa gestione di Migliorini prima e di Riboni poi, si ha il passaggio a quella dei coniugi Claudio e Giusy Achilli, improntata verso il raggiungimento di mirabolanti traguardi calcistici che hanno finirono poi con il portare il Pavia, a un’instabilità societaria pagata a caro prezzo verso la metà degli anni Novanta con una nuova discesa negli inferi dell'Eccellenza.

Nel 1987 e nel 1990 il Pavia della famiglia Achilli, sale nuovamente in C1, sempre occupando la piazza d’onore alle spalle dell’Ospitaletto e del Siena.

Il ritorno in serie C1 all’inizio degli anni Novanta dà l’illusoria sensazione che il Pavia sia finalmente riuscito a trovare uno stabile assetto societario, ma al momento della definitiva partenza della famiglia Achilli, verso la piazza di Livorno, vengono alla luce tutte le pecche che si erano tenute nascoste. Con i pochi collaboratori rimasti Walter Rampini cerca di fare del suo meglio per tenere a galla una nave che di stagione in stagione si inabissa sempre più. Prima una salvezza, raggiunta solo ai play-out contro l’Olbia nel 95, il ripescaggio l’anno successivo, stavolta dopo aver perso gli spareggi contro l’Ospitaletto; e infine le due retrocessioni di seguito, l’ultima delle quali, il 3 maggio 1998, in seguito alla sconfitta con i sardi dell’Atletico Sirio, la retrocessione del sodalizio pavese in Eccellenza. Il Pavia tocca di nuovo il fondo. Ben presto però ha la fortuna di passare nelle mani sicure di una famiglia come i Calisti, che si appoggiano a un altro prestigioso imprenditore locale come Scotti.

Si ripartì allora da zero, ma a salvare la situazione ci pensò la famiglia Calisti, che si appoggia ad un altro prestigioso imprenditore locale come Scotti.

Secondino Calisti e suo figlio Armando si circondano di esperti collaboratori e viene intrapreso un paziente lavoro di risanamento della società; allestendo un gruppo di qualità, affidando la squadra azzurra a un uomo di poche parole ma di grande spessore umano e qualità sportive come il cremonese Marco Torresani ex calciatore di Livorno, Brescia e Parma da allenatore già vincitore a Fiorenzuola, Legnano e Montichiari, e al direttore sportivo pavese Massimo Londrosi.

Torresani era un esperto in promozioni avendone allora già ottenute due, con Fiorenzuola e Legnano dal CND alla C2. I risultati iniziano ad arrivare numerosi e la tifoseria si riavvicinava di nuovo al Pavia.

Torresani guiderà poi la squadra per ben nove stagioni consecutive, stabilendo un vero e proprio record, portando la squadra dall'Eccellenza a giocarsi due volte la Serie B, fino al doloroso esonero avvenuto nel dicembre 2006.

Nel campionato di Eccellenza gli azzurri praticamente passeggiano e alla fine stravincono con ben 13 punti di vantaggio. Al rientro nel CND (99-00) la compagine pavese disputa un altro campionato di ottima levatura, ma si deve accontentare del secondo posto. Squadra trascinata da Mario Rossini, che diviene uno dei giocatori più amati della tifoseria pavese, oltre a Dondi e Moreno Zocchi, attuale responsabile del settore giovanile della Juventus.

L’anno buono per il salto al piano superiore sarà quello successivo (2000-01), grazie alle reti del bomber Omar Nordi, un vero e proprio ariete da area di rigore che realizza 23 reti.

Dopo un piazzamento al sesto posto in C2, il 2003 sarà contrassegnato dal ritorno in C1 a distanza di ben undici stagioni, ancora con Nordi protagonista. L'annata seguente gli azzurri hanno come pilastri difensivi Roberto Bandirali, Ferraro, Gheller, a centrocampo Sciaccaluga e Vecchi (attuale allenatore della Primavera dell'Inter). La squadra vive una stagione altalenante e retrocede anche per un risultato "strano" tra Novara e Prato all'ultima giornata, con la vittoria dei lanieri in trasferta, negli ultimi minuti. Dopo l'amaro boccone, il Pavia viene comunque ripescato nell’estate 2004. Il gruppo forgiato da Torresani negli anni è buono, si basa su basi solide, sia umane che tecniche, e con pochi e meritati innesti come i bomber Zizzari e Ciullo, sorprendentemente, arriva ad un passo dalla Serie B, eliminando il Grosseto ma perdendo la finale play off al cospetto del Mantova di Di Carlo - lori.

Il campionato successivo, nonostante una squadra profondamente rinnovata, gli uomini di Torresani riescono a centrare ancora una volta i play-off. Avversario in semifinale è il Monza di Sonzogni. Nella gara all'andata un gol di Veronese illude gli azzurri, che verranno ripresi nel finale. Nella gara di ritorno s’imporranno i brianzoli che andranno in finale contro il Genoa.

Nel dicembre 2006, come detto, arriva dopo nove anni il doloroso addio con Torresani, al suo posto Massimo Morgia e poi il tecnico della Berretti Amedeo Mangone (ex difensore della Roma). Gli azzurri retrocedono mestamente in Serie C2, rischiando anche il ritorno fra i dilettanti nella stagione seguente. Il Pavia riuscirà a salvarsi eliminando nel doppio confronto dei play-out la Caravaggese. Decisiva, nel match di andata, la rete di un certo Emanuele Giaccherini, che negli anni seguenti passerà per Juventus, Bologna, Napoli, approndando anche in Nazionale.

Al termine della stagione 2008-09, il Pavia Calcio vide il socio della famiglia Calisti, Pierlorenzo Zanchi, diventare azionista di maggioranza e presidente del club. Nell'agosto 2010, il Pavia viene ripescato in C1 per occupare posti lasciati vuoti da alcune società che militavano in categoria. La squadra viaggia sempre in zona play-out, dopo la sconfitta rimediata sul campo del Ravenna, mister Andrissi viene esonerato. Al suo posto subentra l'allenatore della Berretti ed ex capitano della squadra, Benito Carbone, alla sua prima esperienza in panchina. La squadra si salva, grazie ad una forte penalizzazione inflitta al Ravenna.

Seguono altre stagioni travagliate, dove spicca la figura di mister Giorgio Roselli, che riuscirà a traghettare gli azzurri alla disputa dei play-out. L'avversario di turno è la SPAL, regolata nel doppio confronto grazie al quale i pavesi riescono a raggiungere la salvezza. La stagione 2012-13 riparte con alcuni punti fermi rispetto alla precedente. In panchina sempre Roselli con la squadra che evita i play-out.

Il campionato 2013-14 non prevede retrocessioni. La squadra azzurra viene rivoluzionata: della rosa dell'anno precedente rimangono pochi calciatori. Inoltre il mister Roselli viene sostituito da Alessio Pala e poi arrivano altri cambi, gli azzurri terminano il torneo all'ultimo posto in classifica. Con Zanchi che manifesta più volte la voglia di mollare. Cessione che arriva il 4 luglio 2014, con la vendita della squadra all'imprenditore cinese Xiadong Zhu, presidente del fondo Pingy Shanghai Investment.

Si parte con progetti faraonici, stadio di proprietà, investimenti, il sogno Serie A, una squadra infarcita da giocatori importanti per la categoria, affidati a Riccardo Maspero. Al termine della stagione il Pavia si piazza terzo in campionato, dopo una lotta con Bassano e Novara, raggiungendo i play-off ma venendo eliminato dal Matera al primo turno.

Nel campionato successivo gli azzurri si piazzano al nono posto in classifica, però già alle prese con le forti turbolenze societarie “made in China”. Di lì a poco, infatti, i cinesi, cederanno il club al romano Alessandro Nuccilli, che non riuscì a completare l'iscrizione al campionato di Lega Pro 2016-17.

L'A.C. Pavia fu così radiato dalla FIGC ed estromesso dai campionati nazionali, per poi essere dichiarato fallito, dai giudici del Tribunale di Pavia, nell’ottobre 2016.

Dopo tutto questo, il sindaco di Pavia Massimo Depaoli ottiene come da regolamento della FIGC la possibilità di poter fondare una nuova società, denominata Football Club Pavia 1911 S.S.D., che è ripartita dall'Eccellenza, dove fu ammessa in sovrannumero al girone A. Il presidente della nuova società è Maria Cristina Rasparini, moglie dell'imprenditore Giacomo Brega, per oltre vent'anni nel mondo calcistico vogherese. La squadra viene affidata all'esperto tecnico Francesco Buglio. Un campionato di rincorsa per la partenza in ritardo, una rimonta che porta gli azzurri a giocarsi nelle ultime giornate la promozione diretta con l'Arconatese, ma sul più bello gli uomini di Buglio scivolano, dovendo passare per i play-off.

Il resto è storia di oggi, il Pavia è tornato in Serie D.

Pin It