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La scoperta del mare

  • Paola Montonati

scoperta mare 1Il racconto di un ricordo, la scoperta del mare.

L’Incanto, la sorpresa vista con gli occhi stupiti di un bambino.

La condivisione di qualcosa che è rimasto nel cuore di un adulto che ha saputo conservare per sempre quella meravigliosa sensazione, quell’emozione così profonda.

Ringrazio Luciano Montagner che mi ha permesso di condividere tutto questo.

“Ero un pargolo di 6 anni quando i vecchi del mio paese, adagiato sulle propaggini nord-orientali dell'Appennino piemontese-ligure mi rivelarono che al di là del monte che a guisa di ermo colle chiudeva l'orizzonte a sud-ovest si celava il mare.

La rivelazione mi mise in un tale stato di eccitazione che per mesi non feci altro che immaginare, progettare, fantasticare, escogitare un modo per raggiungere il misterioso mare che fino ad allora per me era rappresentato da uno scarabocchio blu - celeste impresso con i pastelli sulla carta bianca di un foglio da disegno.

Un giorno, ricordo, decisi di raggiungere la sommità del piccolo monticello con la speranza di spingere lo sguardo oltre e intravedere finalmente il mare. Dopo circa un'ora di cammino realizzai che non avrei potuto essere di ritorno per l'ora della merenda e quindi desistetti per non far impensierire mia madre. Purtroppo ignoravo che per poter vedere il mare sarebbe stato necessario raggiungere la cima del monte Giarolo dove c’è la statua del Redentore distante quasi 40 km. dal mio paese passando per prati e sentieri nei boschi.

Quando a 8 anni i miei mi mandarono in colonia a Caldirola, ebbi finalmente la possibilità di vedere il tanto sospirato mare dal Giarolo, salendovi grazie a una gita organizzata, in circa un'ora e mezza dal versante opposto a quello che avrei dovuto percorrere partendo dal mio paese. L'impatto fu sconvolgente, il blu e l'azzurro che avevo sempre immaginato erano sostituiti dall'oro e il mare mi parve un’enorme lamina dorata, non capivo come si sarebbe potuto navigare, nuotare, tuffarsi in quel crogiuolo enorme di oro fuso.

Ero risentito verso la maestra che mi aveva sempre fatto credere che il mare fosse blu e Dio sa quanti pastelli blu e azzurro avevo consumato per riprodurre quello che immaginavo fosse quella sconosciuta distesa d'acqua. Poi, mio padre acquistò una 850 Fiat e al mare mi ci portava ogni volta che ne aveva la possibilità e allora capii finalmente come fosse fatto e quanto fosse immenso. Più avanti ebbi la mia auto, una 500 Fiat L e al mare ci ritornai da solo o con la compagnia che più mi aggradava ogni qualvolta sentivo l'esigenza di andarci, ma quando transitavo sulla "Serravalle" comodamente seduto in auto, fantasticavo avventure su quel percorso tra i monti che univa casa mia alla riviera ligure di levante.

Ora finalmente mi sono deciso, con i capelli bianchi e un bagaglio di esperienza ai limiti della trasportabilità, di fare finalmente quel percorso non a segmenti separati, come ho fatto diverse volte nel corso della mia vita, ma in un unico lungo cammino come fantasticavo di fare da bambino. Camminerò nei luoghi, dove mio padre combatté con onore la resistenza, vedrò dall'alto i canyon della val Borbera, dove ventenne portavo a fare romantiche passeggiate una ragazza con la speranza di rubarle un bacio e magari qualcosa di più, ora quella ragazza mi accompagnerà nel lungo cammino come del resto mi ha accompagnato finora nella vita. Il viaggio terminerà a Camogli, il borgo marinaro che io considero tra i più belli in assoluto.

Ci aspettano 110 km. con 3.600 m. di dislivello in salita da percorrere sui crinali dell'Appennino in quattro giorni dal 2 al 5 giugno. Garantisco foto a bizzeffe per coloro che avranno voglia di vederle.”.

Grazie Luciano! Aspettiamo le tue foto!

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