Italia quattro volte mondiale
Al primo mondiale della storia, tenuto in Uruguay nel 1930, l’Italia non poté partecipare per le gravi difficoltà finanziarie che l’aveva duramente colpita in seguito alla Grande Depressione.
Ma quando nel 1934 fu proprio l’Italia ad avere l’onore di organizzare la seconda edizione del torneo, Benito Mussolini incaricò il ct Vittorio Pozzo di fare del suo meglio per tentare di vincere il titolo mondiale.
Con i suoi metodi, molto originali ma che poi si rivelarono alquanto efficaci, e campioni senza tempo tra cui Silvio Piola e Giuseppe Meazza, Pozzo condusse la nazionale su di un sentiero costellato di vittorie fino alla conquista della Coppa Rimet il 10 giugno, nello stadio fascista di Roma, contro la forte Cecoslovacchia e alla presenza del duce e di Galeazzo Ciano.
Un miracolo che si ripeté in Francia nel 1938, quando la squadra, dopo aver sconfitto grandi nazionali come il Brasile e anche la nazione ospitante, vinse la finale contro la temutissima Ungheria.
Dopo questo momento magico la nazionale italiana cadrà per anni in una spirale di sconfitte ed insuccessi, da cui si risolleverà faticosamente.
Il primo segnale negativo furono i mondiali del 1950, a cui la squadra arrivò non solo stremata da un lunghissimo viaggio via mare, durante il quale gli allenamenti avevano potuto svolgersi solo sul ponte della nave con la perdita in mare dei palloni, ma soprattutto gravemente dimezzata dalla tragedia di Superga, dove, con il Grande Torino, erano morti dieci giocatori nazionali.
Poche settimane dopo, gli azzurri dovettero fare le valige e tornare in patria, battuti al primo girone dalla piccola ma forte Svezia.
Nel 1954 in Svizzera, la nazionale perdette negli ottavi contro gli elvetici, mentre l’appuntamento del 1958 sfumò dopo una clamorosa sconfitta a Belfast contro l’Irlanda del Nord.
Negli anni Sessanta la situazione non migliorò e si potrebbe definire drammatica, se non si trattasse alla fine solo di calcio; prima con i mondiali cileni del 1962, dove l’Italia uscì al termine di una partita contro i padroni di casa piena di scorrettezze di ogni tipo, poi, nel 1966, quando il viaggio in Gran Bretagna finì con i gol dell’inconsistente Corea del Nord, considerata da allora in poi il simbolo di ogni grande disfatta sportiva italiana.
Sembrava che nel mondiali del 1970, giocati in Messico, la coppa Rimet fosse a portata di mano, grazie anche alla leggendaria vittoria contro la Germania Ovest, detta la “partita del secolo” e due grandi giocatori come Mazzola e Rivera.
Ma forse gli errori tattici di Ferruccio Valcareggi nella finale contro il Brasile, i famosi “sei minuti” di Rivera, oppure il fatto di aver esaurito ogni energia nella semifinale, portarono l’ambito trofeo nelle mani del grande Pelè e della sua squadra.
In Germania, nel 1974 l’Italia non ebbe molta fortuna, poiché venne estromessa nelle prime fasi dalla dirompente Polonia, mentre nell’Argentina del 1978, dopo un torneo decisamente brillante, gli azzurri finirono al terzo posto nella classifica finale, sconfitti dalla funambolica Olanda.
Ma in quel momento arrivò in aiuto degli azzurri, ormai decisamente sfiduciati, il friulano Enzo Bearzot, l’uomo che sarebbe stato decisivo per i mondiali del 1982.
Con le sue azioni, tra cui ricordiamo il famoso silenzio stampa, Bearzot non solo creò una squadra con campioni di primo ordine, tra cui il leggendario Paolo Rossi, ma seppe vincere in partite diventate irrepetibili, contro i campioni del Brasile e dell’Argentina.
E l’11 luglio del 1982, nello stadio di Madrid, alla presenza di Sandro Pertini, il grido “Campioni del mondo!” del cronista Nando Martellini, coronò l’avverarsi di un sogno che per l’Italia non si verificava più dal 1938.
Ma i mondiali successivi, che si svolsero in Messico nel 1986, non furono cosi fortunati per l’Italia, battuta agli ottavi dalla Francia di Michel Platini.
Con gli anni Novanta gli azzurri per due volte videro sfumare l’ambito titolo, prima nel 1990, perdendo in semifinale con l’Argentina e finendo mestamente al terzo posto e poi nel 19)4, quando dopo un mondiale durissimo, con grandi campioni come Franco Baresi, vennero sconfitti in finale dal Brasile, esattamente come nel 1970.
Ancora più sfortunati i mondiali francesi del 1998, in cui la nazionale perse ai quarti contro la Francia di Zidane e nel 2002, quando dopo un match pieno di scorrettezze da parte dell’arbitro l’Italia venne espulsa dalla Corea del Sud.
La vera sorpresa arrivò ai mondiali del 2006 quando, grazie anche al tecnico Marcello Lippi, l’Italia non solo riuscì a battere avversarie anche più forti, ma nella finale vinse il torneo, prendendosi una bella rivincita contro l’odiata Francia.
Gli ultimi mondiali, quelli del 2010, sono stati molto sfortunati per gli azzurri, eliminati alle prime fasi, perdendo con la Slovenia e chiudendo mestamente l’era di Lippi.
Adesso, per i mondiali del 2014 in Brasile, auguriamo con tutto il cuore:
In bocca al lupo campioni!