Il fascino di Mantova e Praga a Il Delfino di Pavia
In una Pavia ormai semideserta d’inizio agosto, presso la libreria Il Delfino di Pavia, ieri ho avuto il piacere di assistere alla presentazione del programma 2018 del Festivaletteratura di Mantova, che si terrà dal 5 al 9 settembre.
Gli organizzatori Alessandro Della Casa, Salvatore Satta e Tom Dilalta hanno raccontato i molti appuntamenti che punteggeranno la città dei Gonzaga, sotto il segno del tema dell’Incontro, con una grande attenzione al mondo magico di Praga, la città ceca che quest’anno sarà il tema della Biblioteca del Festivaletteratura.
La letteratura praghese ha le sue radici all’inizio dell’Ottocento, quando la rivalutazione di un’identità culturale fu ricercata nel ricco patrimonio di fiabe, miti e racconti popolari, con scrittori come Frantisek L. Celakovský (1791-1852), Jan Kollár (1793-1852), Karel J. Erben (1811-1870) noto per il suo rigore filologico e storico, Bozena Nemcová (1820-1862) saggista e poetessa, che raccolse le Favole e racconti popolari (1845-46) e Fiabe e racconti slovacchi.
Dopo la fine delle rivolte del 1848 un grande scrittore praghese fu Jan Neruda (1834-1891) noto per I racconti di Mala Strana, che raccontano quell'angolo della città di Praga che era il suo mondo, con acutezza e ironia.
Agli inizi del Novecento, con la Belle Époque, nei caffè praghesi nacque la corrente Bohème praghese, oltre all’avanguardia artistica tra le due Guerre Mondiali.
Molti degli avventori si sedevano per leggere il giornale gustandosi un buon caffè, poi cominciavano a chiacchierare con gli altri avventori, per essere aggiornati sulle ultime novità, scambiarsi opinioni, e per alcuni, letterati e politici soprattutto, come Franz Kafka e il suo amico Max Brod, i tavoli del bar divennero delle vere e proprie scrivanie.
L’insegna della caffetteria per gli scrittori di Praga era un punto di riferimento, dove invitavano amici e colleghi e avevano importanti discussioni sulla politica, l’economia, la storia, l’arte e la cultura.
Così i caffè storici di Praga divennero dei veri e proprio centri culturali, che favorivano lo scambio d’idee e la nascita di grandi amicizie.
Fu persino nei caffè di Praga che iniziò il crollo del sistema comunista, quando negli anni Sessanta cominciarono a riunirsi i dissidenti capitanati dallo scrittore e politico Vaclav Havel.
Le vetrine delle principali caffetterie di Praga videro anche la grande marcia studentesca del 1989, poi fermata da forze d’emergenza proprio nel tratto tra il Café Louvre e il Café Slavia, che in pochi anni divennero il cuore della Rivoluzione di Velluto.