Cortili e anfratti medesi. Il passato si racconta.
Anche la seconda mostra a Mede di questo caldo weekend di fine agosto, Cortili e anfratti medesi, curata dal gruppo fotografico di Frascarolo presso Via Verdi, a lato del Castello Sangiuliani, è un tuffo in un passato che sembra così lontano, ma è molto più vicino di quanto sembri.
La visita accompagnata dalle spiegazioni del presidente Claudio Babilani ha fatto riscoprire a tanti angoli davvero particolari.
E un mondo che, fin dai primi dell’Ottocento, ha segnato la crescita d’intere famiglie medesi, con ragazzi e ragazze che, in ogni stagione dell’anno, giocavano nel grande cortile di casa, cimentandosi nel nascondino o a calcetto, chiamandosi in italiano o nel dialetto medese.
Con il tempo, l’aggiornarsi della tecnologia ha portato molti di quei ragazzi a cercare interessi alternativi al gioco nel cortile di casa, ma spesso negli ultimi anni si sono visti bambini che si rincorrevano felici in un caldo pomeriggio estivo, sempre alla ricerca del sapore di una lunga e calda stagione ricca di sorprese.
Storie che uno storico attento come Giuseppe Masinari, medese doc, ha raccontato nel suoi saggi, come Rob ad Med e Med l’è Med, che negli anni Settanta del Novecento per la prima volta portarono al grande pubblico la storia della Lomellina e delle sue tradizioni.
Un lavoro che, dopo la scomparsa di Masinari nel 1983, oggi è portato avanti con cura e amore dal centro che prende il suo nome, che ogni anno per la festa di Mede propone un concorso di pittura.
Davvero una bella mostra, che rappresenta un ideale preludio al Palio di Mede che, dal 1 al 9 settembre, nel centro storico della cittadina lomellina illustrerà, tra giochi, scene di vita popolare e cortei, come si viveva in un paese contadino del primi del Novecento.