Clay Regazzoni, un cuore grande
In chiesa ti accorgi che è diverso, sull’altare c’è un casco.
Oggi sono andata a Corte Palasio, Cadilana, vicino a Lodi, dove per la 21esima volta il Club Clay Regazzoni Onlus tiene il suo raduno.
Clay Regazzoni, il guascone della formula 1, con i suoi baffi e il suo sorriso accattivante l’ho conosciuto già paraplegico, l’incidente è avvenuto nel 1980, eppure ancora pieno di voglia di fare, d’iniziative, di manifestazioni per aiutare gli altri.
L’associazione che porta il suo nome, voluta da lui stesso e continuata dalla sua famiglia, si occupa di sostenere la ricerca per la cura delle fratture della colonna vertebrale.
Non deve essere stato facile per lui, abituato a vivere alla massima velocità, restare seduto su una carrozzella, anche se in realtà lui seduto non ci stava, guidava, insegnava a farlo, continuava a vivere.
E così oggi ho deciso di partecipare a questa Messa, a questo raduno di amici.
La cosa che più mi ha colpito è stata quando il celebrante alla fine dl rito ha detto” Saluto Clay ed Eugenio e tutti i nostri amici piloti” Ho dovuto pensarci un attimo Eugenio ….certo Castellotti, che se n’è andato a correre fra le nuvole sessant’anni fa, nel 1957.
Certo perché i piloti sono nostri amici, magari non parlano italiano, magari non corrono per la Ferrari, ma sono nostri amici.
Abbiamo tifato per le loro imprese, ci siamo emozionati per le vittorie, abbiamo tremato increduli davanti agli incidenti più rocamboleschi.
Alcuni se ne sono andati così... veloci sulle loro auto da sogno….
E non c’era giorno più giusto per celebrare questi ragazzi, il 30 aprile del 1994 ci lasciò Ratzenberger e il 1 maggio Ayrton.
Certo quel giorno di 23 anni fa, quando Senna andò sul luogo dove Ratzenberger aveva avuto l’incidente, non pensava che si sarebbero rivisti il giorno dopo.
La lista è purtroppo molto lunga, da Gilles ad Alboreto, ad Ascari, a Petterson….tempi diversi, ma stessa passione, stessa voglia di correre.
La vita dei piloti è una corsa a 300 Km l’ora, forse parte del loro fascino è in quel rischio, in quel sogno di velocità che li avvolge.
Ciao Clay, baffo sorridente, è stato un piacere ricordarti oggi.