Calcestruzzo in 3D all’Università di Pavia
C’è una nuova strada nel mondo dell’edilizia del terzo millennio, che ha sconvolto del tutto il metodo tradizionale, quella del calcestruzzo stampato in 3D per l’edificazione di case, strutture e coperture, con travi di cinque metri che si trasformano in enormi pezzi di Lego.
Parte attiva di questa rivoluzione è l'Università di Pavia, grazie a una collaborazione tra l'ateneo pavese e la Federico II di Napoli, che ha elaborato il progetto della stampante 3D, con un gruppo di lavoro coordinato da Domenico Asprone, della Federico II, da Marco Iuorio, del Distretto Tecnologico Stress e da Ferdinando Auricchio, dell'università di Pavia.
Molti sono i vantaggi con questa nuova tecnica, ad esempio la stampa in 3D del calcestruzzo permetterà una maggiore libertà di progettazione, costi inferiori, peso più basso, maggiore resistenza, oltre alla possibilità di produrre pezzi uno diverso dall’altro.
“Abbiamo la possibilità di fare travi molto lunghe composte di più pezzi” dice Auricchio, professore ordinario alla facoltà di Ingegneria di Pavia “come se fosse un lego con l'aggiunta che questi elementi possono essere trasportati agilmente”.
Quindi il calcestruzzo 3D libera da vincoli sulla forma e permette di creare elementi più svariati, come una trave di 3 metri composta di 5 elementi che “l'abbiamo caricata e funziona bene, a settembre faremo prove per quantificare il carico che può reggere” racconta il docente pavese che aggiunge “la stampa in 3D del calcestruzzo si presta particolarmente per coperture di strutture (come potrebbero essere quelle degli stadi) o ponti. Ci sono tanti pezzi, tutti abbastanza grandi, che uniti alla fine compongono un prodotto dalla forma particolare con un risparmio anche economico”.
Inoltre questa nuova tecnologia permette di ottimizzare le forme e risparmiare materiale, alleggerendo gli elementi in cemento armato e riducendo i costi e gli impatti ambientali, oltre a permettere di realizzare elementi curvi, cavi o con caratteristiche particolari che di solito richiedono complicati sistemi di forme in legno.
E usare questa mega-stampante potrebbe sconvolgere tutte le regole della progettazione “che si è sempre fatta seguendo determinate regole, se qualcuno voleva in passato fare qualcosa di diverso andava incontro a costi superiori” chiarisce Auricchio “c'è un beneficio in termini economici finali e anche per la qualità del prodotto”.