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Ricordi della Pavia del primo Novecento

  • Paola Montonati

ricordi novecento 1Nel 1905 Arturo Marcacci, fisiologo pisano che insegnava a Pavia, decise di scrivere in tedesco i pensieri e gli impegni accademici sulle sue agendine nere che oggi, dopo anni, faranno parte dell’archivio del Museo per la Storia dell’Università di Pavia, insieme a libri, fotografie, quadri, appunti.

Tutto questo è uno sguardo agli anni d’oro della Pavia delle scienze, con personalità come il premio Nobel Camillo Golgi, Casimiro Mondino, Albert Einstein, Carlo Forlanini.

Questo materiale è arrivato grazie alla nipote di Marcacci, Vittoria Kienerk, figlia del pittore Giorgio, deceduta nel 2013, che l’ha donato all’ateneo pavese in nome del suo amore per la città e per le amicizie che vi ha mantenuto per tutta la vita.

“Il fondo Marcacci è un’acquisizione importante” dice Luisa Erba, storica dell’arte e amica personale di Vittoria Kienerk “e rispetta il desiderio della nipote che amava profondamente Pavia, città in cui aveva trascorso gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza”.

E Paolo Mazzarello, responsabile del sistema museale dell’ateneo e docente di Storia della Medicina a Pavia, dice che “Lo studio dei documenti, stipati in scatoloni che stiamo proprio in questi giorni riordinando, ci permetterà di aggiungere ulteriori dettagli all’affresco del mondo scientifico e medico pavese”.

Fu a Pavia che si incontrarono le strade della famiglia Marcacci-Kienerk, se il nonno, che vi insegnò dal 1903, vi arrivò in un periodo di grande fervore culturale e scientifico, era Golgi, allora rettore dell’Università, il cuore della vita sociale e culturale, punto d’incontro degli accademici e delle loro famiglie.

Dopo la morte nel 1915 di Marcacci, tre anni dopo la figlia Margherita sposò il pittore Giorgio Kienerk, allora nuovo direttore della Civica Scuola di Pittura di Pavia.

E nel 1920 nacque Vittoria “Trascorse i suoi primi sedici anni felici a Pavia, prima di trasferirsi a Firenze e a Pisa” dice l’amica Luisa Erba “Ma non spezzò mai il filo che la univa alla nostra città, divenuta poi anche protagonista di un video girato nel 2007 che ancora viene presentato ai visitatori della casa-museo del pittore a Fauglia, in provincia di Pisa”.

Vittoria frequentò le elementari alla scuola Carducci, poi le medie alla De Amicis e il ginnasio al Foscolo e la famiglia Kienerk abitò prima vicino all’Orto Botanico e poi in via Palestro con un bellissimo giardino.

Nell’ex chiesa di San Francesco da Paola, che prima di essere l’aula magna del collegio Ghislieri fu la palestra della scuola Cossa, c’era la civica scuola di pittura diretta da Giorgio Kienerk, di cui oggi rimane, dopo la scomparsa del piano ammezzato che la ospitava, solo un ricordo e il ritratto di Vittoria fatto dal padre nel 1926, che la vede come una ragazza dal viso delicato, incorniciato da un caschetto biondo, oggi parte di una collezione privata.

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