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Qualità della vita: Trento è la città dove si sta meglio, ultima Agrigento. Pavia al 44esimo posto

  • Paola Montonati

75635974 2522909817758369 5639433544460664832 nE' Trento la città italiana al primo posto per quanto riguarda la qualità della vita nel 2019. E' quanto emerge nella classifica annuale di ItaliaOggi, Università La Sapienza di Roma in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, giunta alla sua ventunesima edizione.

Secondo i risultati analizzati la provincia autonoma trentina, è al primo posto per affari, lavoro, ambiente, istruzione, tempo libero e turismo. Nei primi 68 posti della classifica non compaiono città del Sud. All'ultimo posto Agrigento, risultata carente quasi sotto tutti gli aspetti.

Un'ulteriore conferma, dunque: nel Nord Italia si vive meglio che al centro e al Sud. Un gap che si conferma praticamente in tutti diversi ambiti presi in esame nella classifica annuale.

L’indagine di ItaliaOggi-Università La Sapienza di Roma, ha puntato su diversi fattori economici e sociali per individuare nuove chiavi di lettura sulla qualità della vita, cercando di proporre un'analisi trasversale dei fenomeni che interessano le grandi e piccole province italiane, molto diverse fra loro. Nell’edizione 2019, sono state incluse informazioni statistiche più dettagliate sul tenore di vita; la dimensione servizi finanziari e scolastici è stata sostituita da quella "istruzione, formazione e capitale umano"; sono stati individuati nuovi "cluster" di analisi che hanno dato vita a cinque raggruppamenti di province omogenei in cui è possibile riscontrare caratteristiche simili. Non un’Italia, dunque, e nemmeno due, ma ben cinque e differenziate.

I dati dimostrano che nel 2019 la qualità della vita in Italia è complessivamente migliorata. Oggi sono 65 su 107 le province italiane in cui la qualità di vita è buona o accettabile: un dato che risulta il migliore degli ultimi cinque anni. Nel 2015, infatti, le province in cui si vive bene erano 53 su 110, nel 2016 e 2017 erano diventate 56 su 110, nel 2018 avevano raggiunto quota 59 su 110.

Le prime dieci province appartengono, ancora una volta, al Nord-est o al Nord-ovest: dopo Trento, ci sono Pordenone, Sondrio, Verbano-Cusio-Ossola, Belluno, Aosta, Treviso, Cuneo, Udine e Bolzano, che scende però dal primo al decimo posto rispetto al 2018.

75258609 2501143283315464 4819383936712966144 nPer incontrare le prime province del Sud bisogna arrivare al 69° e al 70° posto, dove compaiono le lucane Potenza e Matera, quest'ultima che ha beneficiato del traino dovuto al fatto di essere stata nominata Capitale Europea della cultura. Nel Mezzogiorno e nelle Isole, il buon vivere è spesso un miraggio, stando a quest’analisi: in 35 province su 38 la qualità della vita è risultata scarsa o insufficiente. Il che significa, in termini di popolazione, che il 44% degli italiani vive con una qualità di vita insoddisfacente. Al contrario, nel Nordest, in 22 province su 22 la qualità della vita è buona o accettabile, in nessuna scarsa o insufficiente.

Nel Nordovest, la qualità è buona o accettabile in 23 su 25 province (solo in due scarsa). Nell'Italia centrale si registra una situazione stabile: in 14 su 22 la qualità della vita nel 2019 è accettabile.

Non solo Nord-Sud: la differenza tra le province italiane si gioca anche su altre contrapposizioni. Tra Nordovest e Nordest, per esempio. O tra province minori, caratterizzate da elevati livelli di qualità della vita, e grandi centri urbani. E così, raggruppando province con caratteristiche simili, l'Italia ne esce divisa in cinque. Bolzano e Bologna aprono la classifica nella dimensione affari e lavoro (Milano al sesto e Roma al 72° posto) mentre è Crotone che chiude la classifica.

Da questa indagine emerge chiaro un dato: nelle province di piccole e medie dimensioni si vive meglio che nelle metropoli. I grandi centri urbani faticano a toccare la vetta e a mantenere posizioni di eccellenza. Tuttavia, le performance di alcune grandi città nel 2019 migliorano: Roma risale dall'85 al 76 posto; Milano dal 55 al 29, Torino dal 78 al 49; Bologna dal 43 al 13. Per Napoli, il salto è solo di quattro posizioni dal 108 al 104 posto.

Sondrio si prende il primo posto in tema ambientale, ultima Catania. E' invece Pordenone la provincia più sicura d'Italia, Rimini quella meno. Milano va male e si colloca subito prima di Rimini al 106° posto, Roma al 98°. Verbano-Cusio-Ossola si classifica in prima posizione nella dimensione relativa alla sicurezza sociale e personale, ultima Cosenza. Spetta a Bologna il trono per la migliore città nella dimensione dell'istruzione, formazione, capitale umano, ultima Crotone.

Siena si conferma al primo posto nella classifica del tempo libero e turismo, confermando i piazzamenti conseguiti nelle cinque passate edizioni, così come Rimini, Aosta e Verbano-Cusio-Ossola, mentre Grosseto con la Maremma a trainare è in quinta posizione.

Il gruppo di testa comprende 21 province ed è caratterizzato da una notevole stabilità nel tempo, con una presenza pressoché esclusiva di province dell'Italia centro-settentrionale, a eccezione della provincia di Sassari in rappresentanza dell'Italia meridionale e insulare. Come negli anni passati, chiude la classifica Crotone.

Infine, è Milano che apre la classifica sul tenore di vita. A seguire nel gruppo di testa, Bologna, Monza e Brianza e Trieste. Roma è solo 44°. Ultima, Crotone.

In Lombardia domina Sondrio, finita sul podio, ma anche Monza e Brianza (12), Mantova (16) e Lecco (18) ottengono buoni risultati. Precedono anche Como e Milano, rispettivamente in 24esima e 29esima posizione. Scende Varese che nell'edizione 2018 si era piazzata in 27esima posizione e ora è al 36esimo posto, perdendo quindi ben nove posizioni, rispetto all'anno precedente. Per le lombarde, chiudono Lodi e Pavia, rispettivamente al 43esimo e 44esimo posto.

Per Pavia, risultati però invariati rispetto al rapporto del 2018, si piazza bene per quello che riguarda giustizia e sicurezza, i consumi spesa media beni durevoli per la famiglia, nelle prime trenata posizioni. Buoni anche i dati emersi per demografia e popolazione, ricchezza e consumi, bene anche il tasso di occupazione.

Non positivi invece i dati per il rischio idrogeologico, cultura e tempo libero e ambiente e servizi.

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