Oggi a Mede è tornato il mercato
L’ho sentito arrivare quando era ancora quasi buio, il primo banco del mercato è sempre quello della frutta, grande, coloratissimo, si piazza sotto il campanile, le sue piramidi di frutta di stagione salutano il giorno.
Poi arrivano tutti gli altri, e il mercato prende forma, colore, e poi vita.
Lo vedo dall’alto del balcone di casa mia, a pochi passi dalla grande piazza cuore di Mede, questo mercato che oggi, dopo tre mesi di lockdown, torna a vivere.
Nelle settimane precedenti erano presenti solo i banchi alimentari, oggi invece ci sono anche quelli della biancheria per la casa, gli abiti, le borsette, le scarpe, senza dimenticare i fiori dei mille colori, le piantine per l’orto.
Sono state rispettate tutte le norme per la sicurezza, mascherine, guanti, una certa distanza tra i banchi, ma anche tra i silenti e i venditori, che cercano di trovare una strada per ricominciare.
La Polizia locale con gentilezza vigila sull’entrata, cortesemente fa attendere le persone in fila, ma niente segni d’insofferenza, forse è talmente bello ritrovarsi che si può anche aspettare.
Quasi emozionavate vedere questo brulicare non troppo fitto di persone che forse trovano nel rivedersi il piacere più grande, simpatici i mariti caricati di borse dalle mogli che si fermano a chiacchierare, buffi i passeggini che scaricati i bambini diventano quasi carrelli della spesa.
Forse il mercato sta ritrovando la sua anima, quella calda fatta di saluti, di sorrisi anche dietro le mascherine, quegli abbracci non fisici ma sentiti, quel rivedersi quasi come superstiti.
Superstiti dall’assenza, orfani dell’incontro, del caffè al bar in piazza, dal non parlarsi di persona, superstiti, sopravvissuti a qualcosa d’imprevisto, inimmaginabile, ancora inspiegabile e misterioso.
Il grande campanile sorveglia dall’alto, le campane suonano nella mattina, la chiesa è ancora chiusa, ma fa sentire la sua voce.
Ecco oggi questo mercato che sa di nuovo, anche se popolato da vecchi amici che si sono ritrovati, è un segno di fiducia nel futuro che ci sarà, verso un’estate insolita, ma forse migliore.