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Lo studio sul plasma del Policlinico San Matteo di Pavia sottoposto all’americana Jama, una delle riviste mediche più note e diffuse al mondo

  • Paola Montonati

degenze e dea ospedale san matteo1Porta la data di oggi la scheda di presentazione dello studio sul plasma iperimmune nei pazienti covid portato a termine dal Policlinico San Matteo di Pavia e dall’ospedale Carlo Poma di Mantova.

E la presentazione, o meglio nel gergo scientifico la “submission” sottomissione quindi perchè viene sottoposta al giudizio di una commissione di esperti, è stata fatta al “The Journal of the American Medical Association (Jama), una tra le riviste mediche più note e diffuse al mondo, fondata nel 1883 a Filadelfia, pubblicata con cadenza settimanale, con la revisione di articoli e lavori scientifici.


Il titolo dello studio dei due ospedali lombardi è: “La riduzione della mortalità in 48 pazienti Covid- 19 gravi trattati con il plasma iperimmune. Gli autori sono i medici e i ricercatori del Policlinico San Matteo Pavia e del Carlo Poma di Mantova, che hanno collaborato alla sperimentazione. Al primo posto compare il dott. Cesare Perotti, direttore del Servizio di Immunoematologia e Medicina trasfusionale del San Matteo di Pavia (principal investigator). Come “corresponding author”, cioè la persona a cui far riferimento nel caso servissero informazioni aggiuntive sullo studio, viene indicata Catherine Klersy, direttore scientifico dell’Unità di Biometria ed Epidemiologia Clinica sempre del San Matteo. Quindi il professor Raffaele Bruno, direttore di Malattie Infettive e il professor Fausto Baldanti, virologo,


I tre primari mantovani dott. Salvatore Casari (Malattie infettive), dott. Giuseppe De Donno (Pneumologia) e il dott. Massimo Franchini (Immunoematologia e Medicina trasfusionale) e la biologa Claudia Glingani, sempre del Servizio Immunotrasfusionale.


La sperimentazione lombarda creata tra Pavia e Mantova è così da giorni al vaglio di uno delle principali voci del giornalismo medico-scientifica mondiale. Se sarà accettata, avrà quindi anche il riconoscimento di una delle massime istituzioni a livello internazionale, tra le molte celebrazioni che ha già ricevuto in campo internazionale.
Il progetto pavese-mantovano è pronto a scalare un gradino ancora più ambizioso con Aifa e ISS, e riguarda due passaggi.


Il primo sui donatori asintomatici, che hanno gli anticorpi neutralizzanti, e quindi che potrebbero avere un effetto contro il virus, come risulta dallo studio su mille donatori di sangue della zona rossa. La seconda riguarda i costi della terapia, che con il plasma sono alti, la quantità di anticorpi presenti nei guariti non permane a lungo, la possibilità di stoccare questo tipo di plasma iperimmune, è una possibilità da vagliare e da tenere in considerazione per il futuro.

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