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Le cicogne nel Parco del Ticino

  • Paola Montonati

cicogna parco ticino 1Con l’imminente primavera ormai il grande Parco del Ticino è diventato la casa delle cicogne.

Tutto ciò grazie alle marcite, dove il lungo inverno ha permesso la nidificazione di venti coppie di cicogne bianche, una specie che da pochi decenni è tornata nella Pianura Padana.

Queste notizie sono emerse dai recenti monitoraggi svolti nell’ambito del progetto Life Ticino Biosource, avvenuti durante le recenti nevicate.

La cicogna bianca di solito raggiunge l’Africa centrale per poi tornare la primavera successiva, ma negli ultimi anni, forse per via dei molti inverni miti, alcuni esemplari hanno deciso di restare in queste zone anche in inverno.

La storia della marcita cominciò nell’anno Mille, quando i contadini piemontesi e lombardi capirono che, usando in inverno sui prati da fieno l’acqua di fontanili e risorgive, sempre alla temperatura costante di dieci gradi, il terreno non gelava e permetteva la crescita dell’erba anche nel periodo invernale, dando la possibilità agli animali di mangiare.

Alla fine degli anni Ottanta si avviò un percorso di collaborazione con gli agricoltori più sensibili, per la salvaguardia delle ultime marcite e adesso, dopo trent’anni, il Parco assegna a questi agricoltori un contributo economico per il mantenimento o il recupero delle marcite.

Oggi le marcite sono diventate un ambiente cruciale per permettere alle cicogne di trovare un po’ di cibo anche durante le giornate più rigide, grazie allo scorrimento dell’acqua, che non permette al terreno di gelare e scioglie la neve, cosi questi terreni offrono molto più alimento di quanto possa sembrare a molte specie di uccelli.

E non si parla solo di cicogne, infatti, i censimenti ornitologici delle marcite negli ultimi anni hanno permesso di trovare la presenza di oltre cento specie, dieci delle quali sono considerate d’interesse comunitario.

Le più note che arrivano in inverno sono beccaccini, pavoncelle, aironi bianchi maggiori, allodole, spioncelli, pispole, fanelli, che sopravvivono in Lombardia lungo qualche centinaia di ettari di marcite, di cui la maggior parte si trova nel Parco lombardo della Valle del Ticino .

I fondi che il Parco del Ticino ha avuto in questo periodo arrivano da varie fonti, come il progetto comunitario Life Ticino Biosource.

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