La fase 2 in Lombardia comincerà il 4 maggio. Ma non sarà un liberi tutti
La fase 2 in Lombardia comincerà il 4 maggio. "Ma non sarà un liberi tutti, nulla sarà più come prima" ha spiegato il governatore della Lombardia Attilio Fontana, che oggi, venerdì 17 aprile, parteciperà alla prima riunione del tavolo di sviluppo per la concertazione delle modalità con cui si pensa di tornare gradualmente alla normalità.
"Sono stato accusato di aver fatto una fuga in avanti dicendo che stiamo studiando come prospettare la ripresa. Non è una fuga ma uno sguardo prudente, molto prudente, al futuro" ha spiegato il governatore che subordina la fase 2 a una condizione sanitaria ben precisa: "Che i dati di questi giorni, direi degli ultimi tempi, trovino conferma, altrimenti il 4 maggio non succederà nulla. Io sono molto fiducioso, la battaglia che abbiamo ingaggiato contro il virus sta dando dei risultati, ma non ci saranno forzature a ogni costo».
I tempi della ripresa saranno scaglionati e cadenzati. Non tutto aperto e non subito. "La riunione di oggi pomeriggio servirà a capire quali attività possono ripartire per prime e con quali misure per garantire l’assoluta sicurezza sanitaria dei lavoratori e dei cittadini. Non prenderemo decisioni immediate, serviranno almeno due o tre incontri, ravvicinati, per definire un piano sostenibile di fase 22. Per questo ci stiamo muovendo già adesso e per questo non capisco la polemica sulla fuga in avanti".
Massima condivisione con tutti e con gli esperti di ogni settore. Al tavolo di sviluppo prenderanno parte oltre agli esperti di quattro università lombarde, manager di alto profilo come Giuseppe Orsi, il Centro studi Ambrosetti, i rappresentanti delle imprese e dell’industria e le forze sindacali. Fontana tiene inoltre a precisare che questo lavoro di concertazione andrà ad integrarsi con le indicazioni che arriveranno dai piani - la risoluzione approdata ieri in aula - varati dal Consiglio regionale.
Inoltre domani sabato 18 aprile è già stato fissato un appuntamento con il Ministro Boccia. Un appuntamento virtuale (online), a distanza, come impongono le misure di precauzione. Il governatore della Lombardia è stato indicato insieme ai colleghi di Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e della Sicilia, Nello Musumeci, per avviare il confronto col ministro Francesco Boccia sulla fase 2, in modo da evitare decisioni stridenti fra regioni. "Trovo giusta questa impostazione" commenta Fontana - "Col ministro abbiamo continuato a dialogare e confrontarci, passiamo oltre".
«Una cosa è certa: la ripresa comporterà una diversificazione degli orari del lavoro». In che senso? «Che le imprese, le attività non potranno tutte seguire gli stessi ritmi di giornata, come avveniva prima. C’è l’esigenza di rimodulare gli orari per evitare gli assembramenti alla metropolitana, sui tram, sui bus. So che non sarà facile ma è una nuova priorità con cui dobbiamo imparare a convivere e organizzarci. Se tutti iniziano alla stessa ora, il virus non se ne va più». Per le aziende può essere un problema... «Ma è il presupposto per la ripartenza» dice Fontana.
«La scuola non riaprirà a maggio, questo è sicuro. Del resto, l’attività didattica come viene svolta ora online garantisce, in questa emergenza, un’adeguata preparazione degli studenti. Quando torneremo al ristorante? Non presto o quantomeno non agli inizi della fase 2». Servirebbe un miracolo? Il governatore: «Mi basterebbe il vaccino».