Grosse novità per l’Università di Pavia
Grazie al primo posto assoluto delle lauree magistrali in ambito letterario - umanistico, il podio ai tre corsi di laurea magistrale a ciclo unico come Medicina e Chirurgia, Odontoiatria, Ingegneria edile - architettura e un quarto posto nel gruppo Grandi Atenei statali (che contano da 20mila a 40mila iscritti), la classifica di Censis–la Repubblica conferma ancora una volta l’ottima valutazione per l’Università di Pavia.
Sono sei i criteri di valutazione generale degli Atenei e in due di questi, borse di studio (90 punti) e internazionalizzazione (88 punti), Pavia è seconda tra i grandi Atenei italiani, dove sono valutati anche l’attenzione ai servizi (81 punti), le strutture (88 punti); la comunicazione (90 punti), l’occupabilità a un anno dalla laurea (91 punti).
Molto positiva anche la valutazione dei corsi di laurea magistrale, con il primo posto in Italia del gruppo letterario umanistico, il secondo posto del gruppo politico-sociale e comunicazione, del gruppo d’ingegneria industriale e dell’informazione e di quello psicologico e il quarto del gruppo scientifico.
Sul podio ci sono anche i corsi di laurea magistrale a ciclo unico come Medicina e Chirurgia (seconda in Italia), Odontoiatria (3° posizione) e Ingegneria edile - architettura (3° posizione), seguite da Farmacia (4°).
La storia dell’Università parte nel 825, quando l'imperatore Lotario con un capitolare datato da Corteolona riordinò l'istruzione nel Regno Italico e aprì a Pavia una scuola per i giovani dell'Italia settentrionale, che comprendeva insegnamenti di diritto per la formazione di notai e giudici palatini.
La scuola giuridica di Pavia fu famosa in età medievale, ma la fondazione di uno Studium generale risale all'imperatore Carlo IV nel 1361 per ordine di Galeazzo II Visconti, duca di Milano.
Papa Bonifazio IX accordò a Pavia gli stessi privilegi delle Università di Parigi e di Bologna e gli insegnamenti dovevano essere di diritto canonico e civile, di filosofia, medicina e arti liberali.
Agli inizi lo Studio non ebbe vita facile, ma verso la fine del XIV secolo vide l'insegnamento di giuristi eminenti, come Baldo degli Ubaldi.
Il suo prestigio crebbe nel XV secolo, come dimostra la presenza di studenti stranieri, l'insegnamento di Lorenzo Valla e di Giasone del Maino, mentre nel XVI secolo insegnarono studiosi e scienziati come Andrea Alciato e Gerolamo Cardano.
L'età della dominazione spagnola fu un periodo legato al nome di Gerolamo Saccheri, anticipatore delle geometrie non euclidee.
La rinascita dell'Università di Pavia è connessa alla politica dei sovrani della Casa d'Austria, Maria Teresa e Giuseppe II, nella seconda metà del XVIII secolo, con un grandioso programma di potenziamento delle strutture didattiche, di ricerca e di riassetto edilizio, che ha dato alla sede dell'Università l'aspetto attuale.
Fra i docenti più famosi sono da ricordare Lazzaro Spallanzani nelle scienze naturali, Lorenzo Mascheroni nelle matematiche, Alessandro Volta nella fisica, Antonio Scarpa nell'anatomia, Vincenzo Monti e di Ugo Foscolo per la cattedra di eloquenza e di Gian Domenico Romagnosi di diritto civile.
Nel corso del XIX secolo la scuola medica e la scuola matematica pavesi furono illustrate da grandi personalità come i matematici Eugenio Beltrami, Felice Casorati e Luigi Berzolari, Camillo Golgi, docente d’istologia e patologia generale, che ebbe nel 1906 il premio Nobel per i suoi studi sulla struttura del sistema nervoso, mentre Carlo Forlanini ideò i metodi per curare la tubercolosi.
L'attività dell'Università pavese nel XX secolo vide Pasquale Del Giudice e Arrigo Solmi per la storia del diritto, Contardo Ferrini e Pietro Bonfante per il diritto romano, Luigi Cossa e Benvenuto Griziotti per l'economia, gli insegnamenti di storia medievale e moderna di Giacinto Romano e quello di storia antica da Plinio Fraccaro.
Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale l'Università di Pavia ha conosciuto un nuovo rilancio, grazie al rettore Plinio Fraccaro e alle nuove facoltà di Economia, Commercio e di Ingegneria.