Skip to main content

Gianni Mura, scrivere per il ciclismo

  • Paola Montonati

1584789296118 1584789318.jpg il posto di gianni mura nelle estati bambineScomparso a Senigallia la notte del 20 marzo per un infarto a 74 anni, Gianni Mura era una delle firme del giornalismo italiano che ne ha fatto la storia, con i suoi straordinari reportage dal Tour de France e il suo punto di vista sul calcio, oltre alla notissima rubrica enogastronomica sul Venerdì di Repubblica.

Era nato a Milano il 9 ottobre 1945.

Appena diciannovenne, dopo aver conseguito la licenza liceale presso il Liceo Statale Alessandro Manzoni, nel novembre 1964 ottiene un posto da praticante al quotidiano sportivo La Gazzetta dello Sport, allora diretta da Gualtiero Zanetti, grazie alla segnalazione del proprio istituto, che spesso proponeva i suoi migliori studenti in italiano alla testata.

S’iscrisse all'Università, alla Facoltà di Lettere moderne, ma intanto quello che doveva essere un impiego temporaneo diventò il suo posto di lavoro per otto anni, intraprendendo poi la carriera giornalistica.

Dal 1976 firma di Repubblica, era molto più legato al ciclismo che al calcio, ma si faceva trasportare dove voleva lui. Ad esempio in un bistrot in qualche viottolo lontano dal percorso ufficiale e davanti a un crocicchio mai visto, per vivere il Tour de France come una grande avventura in un mondo antico, quello della provincia francese, simbolo della sua anima.

Infatti, nonostante San Siro, l’Olimpico, Wembley e il Bernabeu, Mura era sempre dietro le biciclette di Anquetil e Indurian e ha creato Pantadattilo, il nomignolo di Marco Pantani quando vinse all’Alpe d’Huez.

Mura era innamorato del ciclismo epico, per questo restò affascinato dall’arrivo e dal rapido affermarsi di Pantani e quando questi morì, in quella stanza d’albergo il 14 febbraio 2004, Mura scrisse “Pantadattilo ha chiuso le ali”.

Come il suo maestro Gianni Brera, che lo ricordava molto anche fisicamente, a Mura andava bene il concetto di abatino perché sapeva dire quello che pensava senza sbandierare retorica e concetti iperbolici nella pagina intera su Repubblica del Tour, un lungo viaggio tra Tourmalet, Champes-Èlysées e paesini bretoni.

Nella rubrica Mangia e Bevi sul Venerdì, in compagnia della moglie Paola, Mura invece raccontava la cucina di una trattoria sulla provinciale, quando gli chef non erano destinati a diventare delle star della tv, raccontata in poche righe per il gusto del lettore, che vi trovava un’ode tutta sua all’arte del mangiare all’ìtaliana.

Pin It