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Eriprando Visconti, l’altro

  • Paola Montonati

prandino 1Presenziare alla presentazione di un libro è molto diverso che andare in una libreria a comprarlo o ordinarlo su Internet.

Chi l’ha scritto te lo racconta e nel farlo ci mette tutto il cuore e tutta la passione che lo hanno spinto a scegliere quell’argomento, a perderci tempo, a dedicarci fatica, lavoro, ricerche.

E poi questo piccolo o grande insieme di fogli stampati è lì, sul tavolo, di solito con una bella copertina e l’autore spera che anche tu che lo leggerai possa trovarci, capire, percepire quello che lui voleva dire.

Forse non tutti conoscono il profondo legame tra i Visconti di Milano e Castellaro del Giorgi, tra le campagne della Lomellina.

Proprio qui, oggi, ospiti del conte Edoardo Visconti, nel ristorante Corte Visconti, Corrado Colombo e Mario Gerosa hanno presentato il saggio Prandino. L’altro Visconti sulla vita e i film di Eriprando Visconti, nipote di Luchino, regista controcorrente, cui è dedicata la piazza della chiesa di Castellaro e che è sepolto nel cimitero locale.

Già la sala raccontava una storia, travi a vista, lampadari in ferro battuto, un’aria nobile e raffinata, ma aperta a tutti, com’è sempre stato.

prandino 2Oltre ai film, i due autori hanno raccontato la figura di Eriprando, Corrado Colombo ha raccontato, davvero con un sorriso, il suo primo incontro con il regista, di cui divenne prima collaboratore e poi amico.

E’ il giusto tributo a una personalità che, involontariamente, è stata messa un po’ in ombra dallo zio Luchino.

Attraverso le cinque parti del saggio giovani critici cinematografici, oltre agli stessi Colombo e Gerosa, raccontano le mille facce di una carriera che, partita nel 1962 con Una storia milanese, fini nel 1982 con Malamore, dopo aver raccontato la borghesia di quegli anni in film come L’orca e Una spirale di nebbia, oltre a uno storico avventuroso come Michele Strogoff e una polemica come la giustizia facile in Il vero e il falso, sceneggiato dallo scrittore Luigi Malerba.

Una grande attenzione Prandino riservò alle figure femminili, come la Monaca di Monza, rivista ma mai snaturata, oltre che in argomenti ancora oggi di grande attualità come la maternità, l’adozione, l’aborto.

Una storia da leggere, per conoscere meglio un talentuoso grande regista sicuramente da riscoprire.

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