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Carlo Ubbiali, uno dei re del moto mondiale

  • Paola Montonati

motociclismo in lutto e morto carlo ubbiali bergamasco aveva 90 anni e v 07db3f2c a4bc 11ea 9d61 a82c2926a74b 700 455 big gallery linked iIeri, a 90 anni, all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, è scomparso Carlo Ubbiali, uno dei primi re del motociclismo mondiale.

Con i nove titoli Mondiali ottenuti, di cui sei in 125 e 3 in 250, Ubbiali è annoverato tra i grandi campioni delle due ruote a motore di sempre, uno dei piloti italiani più vincenti di sempre in pista, con Valentino Rossi (9) e Giacomo Agostini (15).

È considerato ancora oggi come "Il professore di Assen", prestigioso e particolare circuito olandese. Nel G. P. d'Olanda su 9 partecipazioni su 10, salì sempre sul podio, il suo bottino è da vero Prof. Assen, conta infatti 4 vittorie, 4 secondi posti e un terzo posto tra le classi 125 e 250), eccetto solo nel 1951 quando si ritirò nella gara delle 125.

Velocissimo ma anche attento alla tattica di corsa, con occhio attento al mezzo per non spremerlo troppo. Era solito condurre metà gara non al massimo della velocità, studiare l'avversario, le sue traiettorie ed i suoi punti deboli, per poi attaccare solitamente negli ultimi giri, oppure accontentarsi di un buon piazzamento, attento sempre alla classifica del campionato che alla singola vittoria. Questa sua condotta di gara gli valse il soprannome di "La volpe", nell'ambiente era chiamato anche "Il cinesino", per la corporatura minuta e gli occhi a mandorla.

Nato a Bergamo il 22 settembre del 1929, cresciuto praticamente con il manubrio tra le mani, perchè il padre era il concessionario delle MV Agusta per la bergamasca. La sua prima gara, fu lo ying e lo yang di quello che è la vita di un pilota, soprattutto in tempi eroici come quelli del secondo dopoguerra. Vinse ancora sedicenne con i fratelli Franco e Maurizio la Coppa di Bergamo del 1946, i due amici perirono in un incidente automobilistico, al ritorno dai festeggiamenti per la vittoria.

Nel Mondiale fece il suo debutto nel 1949, al Gp di Svizzera con la Mv Agusta, classificandosi al quarto posto nella classe 125, poi, con la Mondial, conquistò il primo Gran premio, in Irlanda del Nord, e nel 1951 vinse il Mondiale, sempre per le 125. Un anno dopo fu il vicecampione del mondo e gettò le basi per i successi seguenti, tornando alla Mv Agusta, dove fu terzo nel 1953 e secondo nel 1954, ma nel 1955 conquistò 5 dei 6 Gp stagionali, ottenendo la sua prima vittoria al Tourist Trophy.

Ubbiali è noto anche per le imprese all’Isola di Man, dove di 15 gare disputate ne vinse 5, arrivando secondo in ben 7 occasioni, oltre alla doppietta del 1956 al Tourist Trophy, con il successo in 125 con 5 minuti di vantaggio e in 250 con 2 minuti di margine. Nella 250 debuttò nel 1955 a Monza, chiamato dalla famiglia Agusta per conquistare il Mondiale costruttori, poiché alla vigilia della gara infatti la Mv e la Nsu erano a pari punti ma al venerdì le moto tedesche erano più veloci di 2 secondi al giro.

Ubbiali, che aveva guidato solo 125, vinse la gara precedendo un trio delle Nsu. Tra le varie imprese di Ubbiali, da annali è quella della Milano-Taranto del 1950. In quel periodo il ventunenne Ubbiali era sotto contratto con la bolognese Mòndial. Partecipò alla gran fondo su una bialbero 125cc con le ruote da 21. Una corsa epica tra freddo e buio, nella tappa di Firenze è 4. Poi a Roma è secondo e nel tratto verso Napoli inizia a succedergli di tutto e di più. Rottura della catena e prima riparazione volante.

Nel tratto verso Bari altra rottura della catena, con Ubbiali che entra in un'officina dove se ne fa prestare una. Rimonta posizioni su posizioni, a Bari è secondo ma sul rettilineo d'arrivo la sua Mondial cede completamente e va in pezzi. Così sul lungomare Virgilio prende a spingere la moto fino alla linea d'arrivo, tra due ali di folla, dove arrivò stremato perdendo i sensi. Si svegliò il mattino seguente in albergo quando il presidente FMI Bianchi, andò a fargli visita, portandogli però la notizia della squalificò per aver ricevuto delle spinte dal pubblico per arrivare a tagliare il traguardo. Fino a qualche anno fa era presente ancora in sella ai vari motoraduni in giro per il mondo. Il 16 dicembre 2019 gli era stato assegnato dal Coni il Collare d’oro al merito sportivo, la più alta onorificenza per un atleta.

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