Versiglia e Caravario, dal Nord Italia alla Cina
Due salesiani, uno del Pavese e l’altro del Piemonte, che nella Cina degli anni Trenta lottarono con coraggio per la loro fede, fino al sacrificio della loro stessa vita.
Nato il 5 giugno 1873 a Oliva Gessi, nell’Oltrepò Pavese, Luigi Versiglia a dodici anni fu invitato da don Giovanni Bosco, fondatore dei Salesiani, a studiare nell’oratorio di Valdocco a Torino, ma il ragazzo era interessato non a essere un sacerdote, ma un veterinario.
In poco tempo però lo straordinario carisma di don Bosco fece cambiare idea a Luigi che, l’11 ottobre 1889, fece la professione semplice tra i salesiani.
Dopo aver conseguito il dottorato in filosofia, fu ordinato sacerdote nel 1895, e per dieci anni fu superiore del nuovo seminario salesiano di Ganzano, nei pressi di Roma.
Nel 1905 il vescovo di Macao chiese ai salesiani di mandare nel suo paese dei missionari e Luigi fu nominato capo della prima spedizione missionaria di salesiani in Cina.
Arrivato il 7 gennaio 1906, si stabilì a Macao, dove gli venne affidato un piccolo orfanotrofio, che trasformò in una scuola per duecento studenti, oltre ad essere un centro spirituale per l’intera città.
Nel 1910 la rivoluzione del Portogallo tolse ai salesiani la loro scuola, e il vescovo trasferì Luigi in Cina, presso la missione Heung Shan, tra Macao e Canton.
In quegli anni cosi difficili, Luigi allestì alloggi, scuole e ospedali e curò la formazione dei catechisti, poi nel 1918 il superiore del Collegio delle Missioni straniere di Parigi persuase il papa a dividere il vicariato apostolico di Kwang Tung, a Canton e nella zona circostante in due parti e ad affidare quella del nord, con al centro la missione di Shiuchow, ai salesiani.
Una volta che l’area divenne un vicariato apostolico autonomo, Luigi venne consacrato vescovo il 9 gennaio 1921 nella cattedrale di Canton.
Nonostante la situazione politica critica, Luigi riuscì costruire scuole elementari, medie e superiori, collegi, una cattedrale, diversi orfanotrofi e un seminario per i cinesi che desideravano diventare sacerdoti, inoltre numerose ed estenuanti visite pastorali in tutto il territorio, e il numero dei cristiani triplicò.
Fu in quegli anni che in Cina arrivò Callisto Caravario, nato l’8 giugno 1903 in una famiglia di Cuorgnè Canavese, vicino a Torino, e aveva studiato dai salesiani, di cui divenne un membro il 19 settembre 1919.
Nel 1922 Callisto conobbe il vescovo Versiglia, in visita a Torino, e gli promise che lo avrebbe raggiunto in Cina, dove venne mandato nell’ottobre 1924.
Stabilitosi in un primo momento a Shanghai, Caravario intraprese gli studi di teologia e si dedicò alla preparazione dei bambini al battesimo, ma nel 1926 il suo superiore decise di mandarlo, per ragioni di sicurezza, sull’isola di Timor, nell’arcipelago indonesiano.
Callisto rimase due anni a Timor, studiando e insegnando; ma poi tornò in Cina e venne ordinato sacerdote del vicariato di Shiuchow da monsignor Versiglia il 18 maggio 1929, per poi lavorare in stretta collaborazione con lui.
Inviato nella missione di Linchow a collaborare con un sacerdote che lavorava con dei cinesi convertiti, Caravario tornò a Shiuchow il 13 febbraio 1930 per prendere il vescovo Luigi che voleva andare in visita pastorale proprio a Linchow.
Il 24 febbraio, il vescovo insieme al sacerdote e a due maestri cinesi, le rispettive sorelle e una giovane catechista destinata alla missione di Linchow, s’imbarcarono sul fiume Pak-Kong.
La giunca del vescovo, dopo una giornata di viaggio, fu assalita da una banda di pirati del fiume, che chiesero cinquecento dollari per permettere alla nave di procedere, minacciando di uccidere i passeggeri se non avessero pagato il pedaggio.
Luigi e Callisto obiettarono che erano missionari e che solitamente erano trattati con rispetto, ma i soldati cercarono di rapire le tre ragazze e, trovandosi di fronte l’opposizione del vescovo e del sacerdote, decisero di ucciderli.
Sulle rive del fiume i briganti fucilarono i due salesiani e permisero ai due insegnanti di riprendere la strada sulla giunca, portando sulle montagne le loro sorelle e la catechista, che furono liberate tre giorni dopo da un manipolo di soldati, cui raccontarono l’intera vicenda.
I cadaveri di Versiglia e Caravario, seppelliti da gente locale pagata dai soldati, furono ritrovati due giorni dopo e il 13 marzo ricevettero una degna sepoltura a Shiuchow.
Per il loro coraggio i due salesiani vennero beatificati il 15 maggio 1983 e canonizzati il 1 ottobre 2000, in entrambi i casi da San Giovanni Paolo II.