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Vasco Pratolini: una vita contro

  • Paola Montonati

 vasco pratolini 1Il 19 ottobre del 1913 nacque a Firenze Vasco Pratolini, lo ricordiamo per romanzi indimenticabili dal “Il quartiere” a “Metello”.

Presso Via del Magazzini, nel cuore del centro storico di Firenze, si trova una lapide che ricorda come Vasco Pratolini, uno degli scrittori più significativi del Novecento toscano e italiano, vi abbia vissuto la sua infanzia fino a quando dovette cambiare casa e andare a vivere con la nonna.

Oggi, nonostante si ricordino i cento anni della sua nascita con due convegni, al Gabinetto Vieusseux e all’Università di Firenze, l’autore di “Metello” e “Cronache di poveri amanti”  sembra essere caduto in un quasi completo oblio. Molto probabilmente i motivi di questo stanno nella vita dello scrittore fiorentino, da sempre  contro le mode e i dogmi tipici della sua epoca.

Quando nel 1955 uscì “Metello” primo romanzo della trilogia “Una storia italiana”, per le Edizioni Vallardi, si aprì subito un feroce dibattito tra i critici del Psi, che vedevano la storia di Metello Salani come un passaggio del neorealismo al romanzo storico e i più tradizionalisti, come Carlo Muscetta, che videro il protagonista come l’espressione più tipica del piccolo borghese toscano più che di un vero socialista. Tutto questo ferì molto Pratolini, al punto che, quando verso la metà degli anni Sessanta il grande regista Pietro Germi gli propose di adattare “Metello” con pesanti modifiche alla trama e ai personaggi lo scrittore rifiutò con decisione tanto che i due non si rividero mai più.

Ma ormai Pratolini era stato messo da parte, sopratutto a causa della nascita del movimento noto come “Gruppo 63” che distrusse il romanzo tradizionale, lasciando pochi scrittori, tra i quali Giorgio Bassani con il “Romanzo di Ferrara” e Carlo Cassola con i suoi numerosi romanzi e racconti, a sostenere le loro idee.

Infatti “Lo scialo” secondo romanzo della trilogia, uscito per Mondadori nel 1960, subì le feroci critiche dei precedenti sostenitori, tanto che venne definito “Brutto noioso e sporco”, mentre i due successivi “La costanza della ragione” e la conclusione della trilogia “Allegoria e derisione” vennero pubblicati  nell’indifferenza della critica, conducendo lo scrittore a un lungo silenzio prima della morte nel 1991. A parte la lapide in Via dei Magazzini ben poco si è fatto negli ultimi anni per ricordare Pratolini, come l’adattamento delle “Ragazze di San Frediano” nel 2007 e la recente iniziativa della BUR, che nel 2011 ha rilevato dalla Mondadori i diritti delle opere dello scrittore fiorentino, portando in poco tempo nelle librerie le riedizioni di sette sue opere, con le introduzioni di autori come Clara Sereni, Goffredo Fofi e Walter Siti. 

 

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