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Tradizioni per la festa di Sant’Antonio

  • Paola Montonati

santantonio tradizioni 1Eremita egiziano, considerato il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli abati, Sant’Antonio abate, detto anche sant’Antonio il Grande, sant’Antonio d’Egitto, sant’Antonio el Fuoco, sant’Antonio del Deserto, sant’Antonio l’Anacoreta, ogni 17 gennaio è festeggiato in tutta la penisola, con le benedizioni agli animali domestici e i falò che si accendono e che hanno dato vita alla festa del Falò di Sant’Antonio.

Il fuoco è da sempre uno dei simboli legati alla figura di Sant’Antonio, poiché alcune patologie caratterizzate da esantemi cutanei hanno il nome di Fuoco di Sant’Antonio, oltre a una serie di manifestazioni folkloristiche di ogni genere.

Tra queste c’è la festa delle Battuglie di Pastellessa, tenuta ogni anno a Macerata Campania nella provincia di Caserta ogni 17 gennaio, dedicata all’antica tradizione delle Battuglie di Macerata Campania.

Ogni botte, tino e falce sono usati come veri e propri strumenti musicali per produrre la tradizionale sonorità maceratese, denominata Pastellessa o Pastellesse, che deriva da una specialità della cucina povera, cioè la past’e’llesse o past’e’llessa, la pasta con le castagne secche che viene preparata in occasione della festività di Sant’Antonio Abate.

Nella provincia de' L’Aquila, a Collelongo, i festeggiamenti incominciano alle 18 del 16 gennaio, con l’accensione di due torcioni, torce in legno di quercia alte oltre 5 metri che devono bruciare tutta la notte, mentre nelle case del paese, decorate per l’occasione con arance e icone del santo, è posta sul fuoco la cottora, una pentola dove viene messo a bollire parte del mais raccolto durante l’anno.

Inoltre chi viene invitato a cena da una famiglia del paese potrà gustare in tavola la pizza roscia, preparata con farina bianca e farina rossa, derivata dalla macinazione del mais o granturco, che s’impasta con acqua salata e bollente, con un cucchiaio di legno, poi la si cuoce sui mattoni refrattari del camino e sopra viene posto un grande coperchio che viene ricoperto dalle braci, per avere una cottura uniforme su tutti i lati.

Infine la pizza è servita con carni di maiale, cioè salsiccia, pancetta, costatine di maiale e broccoletti e cavolo ripassato in padella.

Sempre in Abruzzo, nella provincia di Teramana, sono preparati i Cillitte di Sand’Andonie, cioè gli uccelletti di Sant’Antonio, che devono essere offerti ai sandandonijre, gruppi di persone che girano di casa in casa intonando canti di questua su episodi della vita del Santo e delle sue battaglie con il demonio, oltre a richiedere la sua protezione sulla famiglia, sui suoi beni e i suoi animali.

I canti terminano con un’offerta rituale, che può essere di salsicce lunghe, catene e pizze ripiene in quantità, donate generosamente dalla padrona di casa ai sandandonijre.

Nel cuore della Sardegna il Carnevale inizia con la festa dei fuochi di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio, e si conclude il mercoledì delle Ceneri, sempre accompagnato dalla distribuzione di fave con lardo, frittelle, note come zippulas, e abbondante vino.

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