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Storia e mito del Battesimo di Gesù

  • Paola Montonati

battesimo gesù 1La domenica dopo l’Epifania, la liturgia del Natale termina con la festa del Battesimo di Gesù, che ricorda il momento in cui il Salvatore, nelle acque del Giordano, ha benedetto tutti i Battisteri, dal più semplice e moderno, posto all’ingresso delle chiese, a quelli delle grandi cattedrali dei secoli scorsi.

L’episodio del Battesimo di Gesù è raccontato nei Vangeli di Marco, Matteo e Luca, mentre Giovanni racconta la discesa sullo Spirito Santo su Gesù, ma non parla del battesimo.

Nella chiesa ortodossa il Battesimo è commemorato, come si faceva un tempo, nel giorno stesso dell'Epifania.

Ma la storia del battesimo parte da molto lontano, per la precisione dai sacerdoti egiziani della dea Iside, che lo riservavano all’inizio ai Faraoni, poi ai grandi sacerdoti e quindi ai dignitari politici e agli ufficiali, infine venne estesa a tutti, compresi i ceti più umili.

In poco tempo tutte le religioni del Medio Oriente si ritrovarono a praticare varie forme di battesimi, come nel rito legato al culto del dio Attis, mentre in Grecia, dopo la nascita del neonato, si celebravano riti di purificazione legati alla festa delle Anfidromie.

A Roma dopo la nascita si celebrava il dies lustricus, dove chi aveva toccato la madre, eseguiva la lustratio con un solenne lavaggio delle mani, poi s’imponeva il nome al bambino.

Nella Chiesa antica il battesimo era considerato il Sacramento dell'Illuminazione, che negli Atti degli Apostoli era concesso a ebrei e pagani nel corso della prima predicazione apostolica dopo la Pentecoste.

In seguito il battesimo fu conferito solo a coloro che ascoltavano gli insegnamenti degli apostoli e accettavano di diventare discepoli.

Le testimonianze antiche raccontano che nel IV secolo era una pratica diffusa battezzare i catecumeni, cioè coloro che si preparavano al battesimo, nella veglia di Pasqua, come raccontano le Confessioni di Sant’Agostino di Ippona, che venne battezzato dal vescovo  Sant’Ambrogio di Milano nel 387 d.C.

Nelle prime comunità cristiane il battesimo veniva cosi visto come il punto di arrivo, insieme a cresima ed eucaristia, del percorso di formazione, durante il quale i catecumeni potevano essere ammessi a partecipare alla prima parte della messa, ma non ai riti di comunione.

La diffusione della pratica di battezzare i neonati, secondo la storiografia moderna, inizierebbe invece a diffondersi solo a partire dal V secolo, ma gli autori legati alla teologia tradizionale cattolica Romana sostengono che era una pratica dei primissimi secoli della cristianità, se non già praticata dagli apostoli, pur non essendoci un chiaro riscontro negli scritti sacri.

Con un Decreto del 17 giugno 1546, il Concilio di Trento stabilì la verità cristiana sul peccato originale, che ogni membro della Chiesa Cattolica è tenuto a professare, sotto la minaccia dell’anatema, mentre la sua assoluzione è donata mediante il sacramento del Battesimo, unico modo, che è necessario anche agli infanti sebbene essi nascano privi di altri peccati e siano figli di genitori già battezzati.

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