Tracce di musica classica: Teatro Civico di Tortona
Il cuore della stagione, musicale e non solo, di Tortona, cittadina piemontese, ma tanto cara ai pavesi…
Verso la prima metà dell'Ottocento uno degli obiettivi dell'Amministrazione Comunale di Tortona, allora parte del Regno di Sardegna, era quello di giungere a una completa ristrutturazione del centro storico della città piemontese.
In una seduta consiliare del 1829 si fece notare la necessità di aprire un nuovo Teatro, visto come indispensabile in un allora capoluogo di Provincia come Tortona non solo per far divertire i cittadini ma anche per i molti turisti e viaggiatori che vi passavano.
Infatti l'Oratorio di San Simone, che dalla fine del Settecento era usato per gli spettacoli, non era più, per le sue dimensioni e per il suo aspetto, considerato una struttura valida per le opere liriche e i recital musicali.
Nel 1830 l'Amministrazione Comunale affidò all’architetto Pietro Pernigotti, ispettore del Genio Civile a Torino, l'incarico di elaborare il progetto di un teatro e di altri edifici da erigere su ciò che restava del convento della Santissima Annunziata.
I progetti, presentati il 25 febbraio 1835, videro un'ampia trasformazione della zona dove, oltre al teatro, erano previsti un palazzo con alloggi, archivi, ufficio e un appartamento privato per il re, con cappelle e una sacrestia per il vicino collegio.
Il 1 settembre 1835 vennero firmate le Regie Patenti con le quali il re Carlo Alberto approvò la costruzione del Teatro, oltre a una serie di disposizioni relative alla gestione dell’edificio.
Soltanto il Teatro e il Ridotto furono realizzati, il primo, nonostante l'epidemia di colera che colpì il tortonese nel 1836 rallentando l'opera di costruzione, venne inaugurato il 2 maggio 1838 con la Norma di Bellini ed il balletto La scimmia riconoscente, mentre il secondo, posto tra teatro e Collegio, ancora nel 1840 era ancora da completare all'interno.
La struttura, realizzata in elegante e sobrio stile neoclassico, soddisfò le aspettative auspicate al momento della decisione di arricchire Tortona con un teatro.
Sulla facciata principale si apre un atrio porticato da cui partono due percorsi, a destra si raggiunge, dopo uno scalone e una galleria, il salone per le feste, oggi la sala consiliare, mentre a sinistra si accede al vestibolo ionico circolare che, fungendo da nodo distributore, immette alla sala del caffè, alle scalette per i palchi e alla platea teatrale.
La sala, delineata a ferro di cavallo secondo lo schema consueto nell'800, contiene diciassette palchi su tre ordini, più i due di proscenio e il paradiso.
Il teatro è finemente decorato con stucchi e fregi pittorici, infatti sul soffitto presenta un medaglione, opera di Luigi Vacca, raffigurante Minerva che incorona la Musica, la Poesia e la Pittura.
Di notevole pregio il sipario, sempre opera di Vacca, su cui è raffigurato il mito di Orfeo ed Euridice.
Se per il Teatro ci fu all’inizio una ricca attività artistica, infatti dal 1838 al 1935 ci furono più di 80 stagioni, ben poche furono le opere di manutenzione, con impianti di riscaldamento e miglioramenti delle condizioni di sicurezza.
Tuttavia verso la fine degli anni Venti del Novecento si sottolineò l'inadeguatezza del Teatro per capienza, sicurezza e comodità e, dopo qualche rara rappresentazione negli anni del secondo dopoguerra, fu chiuso nel 1952.
Il 2 maggio 1990, dopo un meticoloso intervento di restauro conservativo, il teatro tornò a nuova vita, come patrimonio della comunità tortonese, godibile dal punto di vista estetico in tutta la sua eleganza neoclassica e, soprattutto, nel ruolo d’importante strumento di promozione culturale e di aggregazione sociale.